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San Lorenzo, all'ex Dogana sbarca Altaroma: storia della 'factory' che sta conquistando Roma

Dalla possibile demolizione per farne case e negozi alle serate sold out e alle sfilate di moda. Poco più di un anno fa, le proteste del quartiere. Cosa c'è dentro l'ex Dogana?

Poco più di un anno fa le vetrine di molti negozi di San Lorenzo si erano riempite di cartelli con la scritta “Il nostro centro commerciale è qui”. Segno di una cittadinanza che si era allertata di fronte a alla notizia di un possibile progetto di valorizzazione dal solito sapore commerciale-residenziale da realizzare proprio ai margini del quartiere. Proprio in quel periodo ci fu un'esposizione temporanea di street art. Si tennero anche incontri tra la cittadinanza, l'ex assessore all'Urbanistica Giovanni Caudo e il minisindaco Giuseppe Gerace sul futuro della struttura. 

Passa poco tempo, forse qualche settimana e, senza troppo preavviso, gli enormi spazi dell'ex Dogana di via dello Scalo di San Lorenzo hanno iniziato ad essere animati da eventi e ad attirare sempre più spesso centinaia di persone. Arte, musica, un cinema all'aperto. Questo fine settimana l'“archeologia ferroviaria” di quegli spazi in cui un tempo venivano smistate le merci ospiterà addirittura la 'fashon week' capitolina di Alta Roma, in programma dal 28 al 31 gennaio. 

Da costruzione che doveva essere demolita per far posto a case e negozi a “factory” di creatività, per usare le parole dei suoi attuali gestori, e cornice underground per sfilate di moda. Cosa è accaduto in così poco tempo? Il progetto di valorizzazione contro cui si sono mossi i residenti è da archiviare? 

LA PROPRIETA' - I 54 mila metri cubi dell'ex Dogana sono di proprietà della Residenziale Immobiliare 2004 spa che, da quell'anno, ha in capo le operazioni di valorizzazione immobiliare di tre proprietà romane. Oltre all'ex Dogana, di recente è finita sui giornali la valorizzazione dell'ex palazzo della Zecca dello Stato di piazza Verdi, che sta per essere trasformato in un hotel extralusso gestito da una società cinese. Come si legge sul sito della Residenziale Immobiliare 2004, la spa è per il 75% di proprietà della Cassa Depositi e Prestiti Immobiliare e per il restante 25 di Finprema, gruppo Fingen. Sul suo sito è possibile consultare un breve documento con le ipotesi di valorizzazione. 

"IPOTESI DI VALORIZZAZIONE" - Per l'ex Dogana alla voce in questione si legge questo: “Lo strumento urbanistico consente l'insediamento di un mix funzionale eterogeneo con quote di: residenziale, Gdo, commerciale, turistico-ricettivo, servizi e attività produttive. Nel 2013 è stato sottoscritto un preliminare di vendita di cosa futura con un primario operatore commerciale per la realizzazone di una media superficie di vendita. Il progetto di valorizzazione ipotizzato dalla Proprietà prevede inoltre la realizzazione di quattro edifici articolati in modo da costituire una piazza pubblica in grado di dialogare con il quartiere e diventare spazio di aggregazione per attività ricreative e commerciali”. 

L'EX DOGANA SI TRASFORMA - Il dato di fatto, però, è che l'operazione non si è ancora concretizzata e una società composta da quattro giovani romani ha preso lo spazio in gestione. “Avevamo un progetto per far rivivere quell'enorme spazio in disuso: unire differenti forze professionali e creative mettendo in piedi un gruppo di lavoro formato da giovani under 35” ci spiega Sergio Maria Ortolani che, insieme ad altre tre persone, ha fondato la società chiamata Dead Poet Society. “Abbiamo proposto un progetto al proprietario e accordato un affitto. Ottenute tutte le autorizzazioni necessarie da parte del Comune. Poi ci siamo messi al lavoro, tutto qui. Non sappiamo nemmeno con precisione per quanto tempo rimarremo”. 

LA 'FACTORY' - Come a dire. L'ex Dogana può ancora diventare tante cose (centro commerciale incluso?) ma per il momento è diventata per quel che la vedete oggi. A volte spazio per esposizioni e performance artistiche, a volte locale più simile a una discoteca dove trascorrere le notti del fine settimana. Oppure niente di tutto questo. “E' stata pensata come una sorta di 'Factory', uno spazio dove le competenze si contaminano con un approccio nordeuropeo molto simile a quanto accade in Svezia o in alcune città della Germania”. L'ex Dogana “è uno spazio creativo che fa da moltiplicatore. Dove si incontrano le esperienze presenti all'interno con altre che arrivano dall'esterno e, in qualche modo, si ingigantiscano a vicenda”. 

CONTAMINAZIONI - Nell'ex Dogana venivano accatastate le merci che arrivano a Roma sui treni. “Attualmente ospitiamo una quindicina di realtà anche se progressivamente aumenteremo. Ci sono fotografi, artisti, video maker, una società che costruisce droni. Ripeto. È un'influenza continua sia all'interno sia con i contributi esterni. Per esempio c'è un gruppo di video maker che affitta uno spazio dell'ex Dogana molto grande per una cifra davvero simbolica. In cambio realizzano per noi i video come per esempio quelli degli eventi o i promo. Allo stesso tempo possono usufruire di questo enorme spazio per fare le riprese. Ripeto, il concetto a cui ci ispiriamo è simile a quello della Factory”.  

ALTA ROMA - Accadrà anche questo week end con Alta Roma? “Dal laboratorio vintage al temporary garden passando per l'esposizione di due fotografi”. E poi, naturalmente, le sfilate. “Una scelta coraggiosa ma, secondo me, una scommessa riuscita. Le sfilate inserite nel contesto dell'ex Dogana producono un risultato davvero scenografico. Un 'hangar industriale' come l'ex Dogana può fare invidia anche i loft newyorkesi dei primi del '900”.

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