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Niente contanti: i servizi anagrafici si pagano con bancomat e carte di credito

Criticato il provvedimento che obbliga a rinunciare a monete e banconote per pagare bolli negli uffici anagrafici. Meloni (FdI): "Le banche ringraziano"

Niente contanti. Nei municipi di Roma Capitale l'ufficio anagrafico accetta solo bancomat, carte di credito e prepagate. Anche se si dovesse trattare d'importi estremamente contenuti, si dovrà rinunciare all'utilizzo di monete e banconote.

"Dal primo gennaio anche i servizi resi dagli uffici anagrafici  municipali – si legge nella comunicazione affidata a volantini cartacei –  potranno essere pagati esclusivamente con carte di credito, bancomat e prepagate tramite lettore pos oppure con PagoPa". La decisione, voluta dall'amministrazione capitolina, avrà effetto sui servizi anagrafici di tutti i municipi romani.

"Le banche ringraziano"

"La Raggi abolisce il denaro contante: a partire da oggi  (ieri, il primo gennaio 2019 ndr) chiunque vorrà ritirare un certificato anagrafico dovrà necessariamente dotarsi di una carta di credito o bancomat, o in alternativa andare presso una ricevitoria SISAL o presso POSTE per fare il versamento e poi andare a presentare la ricevuta allo sportello – fa notare il presidente di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni, che aggiunge –   Le banche ringraziano". 

L'appalto per il porta valori

Chi non ringrazia, sono i cittadini che non amano o semplicemente non dispongono del dispositivo elettronico. La decisione, annunciata da Roma Capitale, è stata ampiamente contestata. "Si fa passare l'eliminazione del contante come una innovazione, del tipo: siamo diventati una città digitale – ha ironizzato il minisindaco Giovanni Caudo, alla vigilia dell'entrata in vigore del provvedimento – Si nasconde invece che l'obbligo dal 1 gennaio di pagare con il POS, non una scelta ma un obbligo, che vale anche per pagare 26 centesimi, dipende dalla incapacità di questa amministrazione di affidare l'appalto per il porta valori che scade il 31 dicembre. Non si è capaci di fare l’appalto – spiega Caudo – e la Sindaca elimina i contanti dai pagamenti negli uffici anagrafici di tutta Roma".

L'abitudine a pagare in contanti

Il cambiamento nelle abitudini dei cittadini sarà conseguente. Finora infatti, come testimoniato dal minisindaco di centrosinistra , nel suo municipio "al 18 di novembre gli uffici anagrafici avevano incassato 522 mila euro di diritti e bolli di questi solo 27 mila sono stati pagati con il POS e il resto in contanti". Significa che appena il 5% dei servizi, nel 2018, sono stati pagati con card elettroniche. Il cambiamento introdotto dal Campidoglio, quindi, sarà drastico. Ma non improvviso. Le prime avvisaglie, con relative contestazioni, risalgono infatti allo scorso marzo.

L'avvio della sperimentazione senza contanti

Nel Municipio XI, il provvedimento adottato dagli uffici di Roma Capitale, risale al marzo 2018. E già in quell'occasione era stato stigmatizzato. "Un'autocertificazione del valore di 26 centesimi,  per chi non ha a disposizione un bancomat – aveva segnalato con anticipo il vicepresidente del consiglio municipale Marco Palma  – sarà così aggravata dal peso della commissione lottomatica che è di due euro". Una possibilità, quest'ultima, riservata agli utenti che interessati ad avvalersi di PagoPA: il  sistema di pagamenti elettronici destinati alla Pubblica Amministrazione. Nel Municipio XI il percorso è stato comunque graduale. Fino al 30 aprile 2018 è stata infatti consentita una doppia modalità di pagamento, a discrezione del cittadino. A maggio e giugno è stato possibile usare i contanti per importi inferiori ai tre euro. Dal primo luglio invece, nei quattro sportelli anagrafici di Arvalia, non è più stato consentito pagare in contanti. Una scelta che l'amministrazione comunale ha deciso di estendere a tutto il territorio capitolino.

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