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Centro rom di via Salaria: "L'Italia blocchi lo sgombero di una donna disabile"

La Corte Europea dei Diritti dell'Uomo ha ordinato di sospendere lo sgombero di una donna e di sua figlia dal centro di accoglienza. I 325 rom ospitati dovrebbero lasciare la struttura entro il 28 marzo

La Corte Europea dei Diritti dell'Uomo ordina all'Italia di sospendere lo sgombero di una donna rom disabile e di sua figlia dall'ex cartiera di via Salaria. Lo comunica l'associazione 21 Luglio che spiega come la Corte abbia adottato una misura d'emergenza. L'ex cartiera è stato per anni un centro di accoglienza per famiglie rom e nelle scorse settimane l'amministrazione capitolina ne ha predisposto la chiusura senza alcuna soluzione alternativa. 

IL RICORSO - Di fronte alla notifica di dimissioni, firmare dal dipartimento Politiche Sociali del Comune, una famiglia ha fatto ricorso supportata dal Centro Europeo per i Diritti dei Rom (ERRC), dall'Associazione 21 luglio, da OsservAzione e dagli avvocati Salvatore Fachile e Loredana Leo dell’ASGI. E la Corte si è espressa in loro favore. Il blocco di uno sgombero da parte della Corte, specifica 21 Luglio, non è automatico ma avviene solo “in particolari circostanze” come, per esempio “evitare che persone vengano espulse dall’Europa verso Paesi nei quali rischiano maltrattamenti”.

LA NOTIFICA DEL COMUNE - “Le due donne, insieme ad altri familiari, hanno vissuto per anni nel 'centro di raccolta' per soli rom” si legge in una nota dell'associazione 21 Luglio. “Una struttura, inaugurata e gestita dal Comune di Roma, in cui vivono attualmente 325 persone, esclusivamente rom, segregate su base etnica e i cui diritti umani sono costantemente violati” continua. “Nelle scorse settimane, attraverso la notifica di fogli di dimissioni a decine di  famiglie del centro, il Comune di Roma aveva ordinato alle persone di abbandonare la struttura entro il 28 marzo, senza però fornire loro alcuna alternativa abitativa adeguata, lasciandole di fatto per strada, aumentandone la vulnerabilità e interrompendo irrimediabilmente la frequenza scolastica dei minori” denuncia 21 Luglio.

'IL COMUNE BLOCCHI LO SGOMBERO' - Ora la speranza è che il Comune colga l'importanza della decisione della Corte “per fermare l’espulsione anche delle altre persone che vivono nella struttura di via Salaria e che rischiano di essere rese ulteriormente vulnerabili” continua la nota. 

LA PROPOSTA - Non è la prima volta che 21 Luglio punta i riflettori sulla struttura considerata “segregante” e in violazione dei diritti umani. “L'Amministrazione capitolina trovi soluzioni adeguate” la richiesta. “Sarebbe importante che il Comune valutasse la riconversione dei 4 milioni di euro, impegnati da Determina Dirigenziale del 15 marzo 2016 per l’apertura di nuove strutture segreganti e discriminatorie per soli rom, in progetti di inclusione abitativa e lavorativa che vadano ad iniziale vantaggio delle 325 persone attualmente accolte nella struttura di via Salaria”.

IL COMMENTO - “Il fatto che la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo abbia deciso di intervenire in modo così eccezionale dimostra quanto la situazione italiana sia fuori controllo” il commento del presidente di ERRC, Dorde Jovanovic. “I rom sono relegati in alloggi segreganti, da cui poi vengono cacciati via con pochissimo preavviso e senza nessun aiuto. L'umiliazione della segregazione razziale è dunque aggravata dalla perenne minaccia di essere lasciati da un momento all’altro per strada. Tutto ciò viola gli impegni assunti dall’Italia a livello europeo a fine di garantire un trattamento egualitario dei rom”.

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