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Politica Testaccio / Via di Monte Testaccio

Testaccio, il centro curdo Ararat rischia lo sgombero: 2 aprile 'colazione resistente'

Il centro ha ricevuto la lettera dell'amministrazione capitolina il 22 marzo scorso. Sabato mattina alle 6.30 l'appuntamento per impedire lo sgombero

C'è anche il centro socio-culturale curdo Ararat a Testaccio tra i destinatari delle lettere di sgombero dell'amministrazione capitolina. Lo comunica il centro stesso con una nota nella quale si spiega che la dead line è fissata per sabato 2 aprle. La lettera arrivata il 22 marzo scorso, infatti, fissava lo sgombero dopo 10 giorni. 

LA CONCESSIONE - “Il centro Ararat è nato nel maggio 1999, in un edificio in disuso dell'ex Mattatoio di Testaccio” si legge nella nota. “Alla realizzazione del centro hanno collaborato l'associazione Azad, il Villaggio Globale, l'associazione SenzaConfine, le Donne in nero e molti altri”. La formalizzazione della concessione della sede da parte del Comune di Roma è arrivata nel 2009 della durata di sei anni. Il rinnovo è stato richiesto già nel novembre 2014 ma, al suo posto, “è arrivata invece la lettera che nega il rinnovo e chiede lo sgombero in 10 giorni”. 

IL CENTRO – Ararat, dal nome del monte su cui secondo la tradizione biblica si arenò l'Arca di Noè scampata al diluvio universale, “negli ultimi due anni è diventato anche un importante polo di aggregazione dove sono nati progetti di ricostruzione della città di Kobane e di assistenza sanitaria e sostegno alla popolazione curda nei campi profughi al confine turco-siriano in Turchia e nel Kurdistan siriano (Rojava)”. 

ROMANONSIVENDE – Anche il centro Ararat è tra le realtà che hanno partecipato, sabato 19 marzo, alla manifestazione 'Roma non si vende'. “Chiediamo insieme alle altre associazioni politiche di valorizzazione del patrimonio sociale e culturale della città”.

COLAZIONE RESISTENTE - Per sabato 2 aprile, giorno fissato per lo sgombero, è stata organizzata una 'colazione resistente', a partire dalle 6.30 di mattina, nella sede del Centro Ararat in Via di Monte Testaccio 28, Largo Dino Frisullo. “Parteciperanno tutte le realtà e le reti che in questi anni lo hanno attraversato e hanno contribuito a renderlo un punto di riferimento" conclude la nota.

PECIOLA – “Questa esperienza è frutto del percorso di mobilitazione che diciassette anni fa ha saputo unire progetti di accoglienza, visione di città e conflitto” commenta in una nota Gianluca Peciola, esponente di Sel. “I curdi stanno pagando il prezzo più alto della lotta all'Isis. Sarebbe criminale sgomberare uno spazio animato dal protagonismo di chi fugge da guerre e persecuzioni terribili. Parteciperò per sostenere la prosecuzione di questa esperienza, insieme a tutte le realtà e le reti che in questi anni hanno attraversato Ararat e hanno contribuito a renderlo un punto di riferimento. Su Ararat non un passo indietro".

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