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Arrivano nuovi cassonetti stradali, critiche al M5s: "Scelta in controtendenza con i rifiuti zero"

Contestato l'arrivo dei nuovi 28mila cassonetti stradali. Avenali (PD): "E' uno spreco di risorse". Suggerita l'applicazione della legge regionale che riduce tariffe ai cittadini più virtuosi

L'acquisto dei nuovi cassonetti per la raccolta stradale era stata annunciata dal Capogruppo Pentastellato in Campidoglio, con il classico post su facebook. "In questi giorni - aveva spiegato Paolo Ferrara (M5s) - i cittadini del decimo municipio potranno conferire i propri rifiuti in cassonetti più sicuri e funzionali in termini di apertura e di fruibilità. Si tratta di 14.450 contenitori per la raccolta dei rifiuti indifferenziati, 6.800 per la raccolta del multimateriale, 6.800 per la raccolta della carta che andranno posizionati in tutta Roma" aveva spiegato Paolo Ferrara (M5s).

"Si parte da Ostia e questi sono i nuovi cassonetti – aveva aggiunto Ferrara –   Il rinnovamento del parco contenitori è il preludio al contestuale incremento della raccolta porta a porta, che riteniamo essere il vero strumento in grado di garantire una gestione del conferimento rifiuti più efficiente e virtuosa. Questo nuovo passaggio dovrà avvenire mantenendo efficienza e decoro nell'attuale raccolta". Ma che l'arrivo di nuovi cassonetti stradali, sia in qualche modo funzionale al decoro ed ancor più "preludio all'incremento del porta a porta", non è affatto pacifico. Ad esempio, di parere opposto, risulta essere l'ex direttrice di Legambiente Lazio Cristiana Avenali, oggi consigliera regionale in quota PD.

Lo spreco di risorse

Stupisce molto l’enfasi data dalla notizia dell’acquisto da parte di Ama di 28mila cassonetti stradali nuovi, in parte destinati da subito a Ostia, motivata dalla necessità di sostituire quelli danneggiati e, soprattutto, dall’intento di incrementare la raccolta differenziata" ha premesso la consigliera regionale. Se l'obiettivo è quello di avvicinare la Capitale all'esperienza di San Franscisco e delle altre metropoli che puntano all'obiettivo "zero waste", l'investimento su una modalità tutto sommato datata di differenziare i rifiuti, rischia di apparire in controtendenza. Anzi, secondo Avenali è la dimostrazione che  "Ama e Comune di Roma non abbiano idea di come far diventare i rifiuti una risorsa". Di conseguenza l'acquisto di questi 28 mila cassonetti, futuri "ricettacoli di accumuli di rifiuti su trada" viene letta come uno "spreco di soldi".

Gli sconti ai cittadini che producono meno rifiuti

La ricetta che Avenali propone, va in senso opposto. Secondo l'ex direttrice regionale di Legambiente,  la strada maestra da seguire, è quella che punta a far risparmiare i cittadini che producono meno rifiuti. Come già succede in altri comuni.  C'è infatti una legge regionale ( n.12 del 10/0/8/2016) che consente di premiare i cittadini più virtuosi. "la tariffazione si basa sulla quantità effettiva di rifiuti". Un modello che è stato implementato ad esempio a Parma e che "ha consentito l’incremento della raccolta differenziata, dopo solo 6 mesi, fino al 72% e la diminuzione della produzione di rifiuti del 6%" spiega Avenali. I vantaggi sarebbero molteplici. Meno rifiuti, meno degrado, meno inceneritori e discariche. E più soldi in tasca dei cittadini. Lo strumento per farlo c'è. "Ora  – conclude Avenali riferendosi alla legge regionale da lei stessa proposta - spetta ai Comuni, in questo caso a Roma Capitale applicarla seguendone le Linee Guida". 

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