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Politica Monteverde / Via Bernardino Ramazzini

I container dell'Unhcr per l'accoglienza della capitale: ecco la 'Cittadella' della Croce Rossa

Nel corso di una commissione Trasparenza: "Ha partecipato solo la Croce Rossa"

Si è presentata anche l'assessora alle Politiche Sociali Laura Baldassarre, questa mattina, alla riunione della commissione Trasparenza convocata per fare chiarezza sulla gara per il reperimento di cento posti in moduli abitativi, "anche prefabbricati", destinati a diventare "strutture di accoglienza temporanea". Un appuntamento richiesto dal deputato e consigliere di Sinistra per Roma Stefano Fassina che ha raccolto l'indignazione sollevatasi tra senza casa, movimenti e parte dei sindacati alla pubblicazione di un bando di gara destinato a dare un tetto a "nuclei familiari in gravissime condizioni di fragilità" tra i quali anche quelli "sottoposti a sgomberi". Una parola 'pesante' per una capitale che fa ancora i conti con le ferite degli sgomberi effettuati ad agosto a via Curtatone e via Quintavalle, con una vera e propria tendopoli di senza casa in una delle sue piazze più centrali, e che ha già sul tavolo della Prefettura gli indirizzi delle prossime occupazioni da 'liberare'. 

Come benzina sul fuoco sono poi arrivate le immagini dei container di plastica montati in via Ramazzini presso il centro di accoglienza gestito dalla Croce Rossa. Scattato senza conferme ufficiali, l'allarme di movimenti sociali e senza casa si è dimostrato fondato. Questa mattina, nel corso della commissione Trasparenza presieduta dal consigliere Pd Marco Palumbo, la responsabile della direzione Accoglienza e inclusione del dipartimento Politiche sociali del Campidoglio, Michela Micheli, ha confermato che nel lungo elenco di realtà invitate a partecipare alla procedura "ha risposto solo la Croce Rossa Italiana". Poi però ha specificato: "La busta con l'offerta tecnica non è ancora stata aperta. La commissione aggiudicatrice della procedura di gara si è insediata oggi. Nei prossimi giorni farà un sopralluogo e valuterà la validità del progetto" ha continuato specificando che gli uffici preposti potrebbero anche rifiutare qualora giudicassero l'offerta "non congrua". 

Un vero e proprio nodo scoperto per l'amministrazione capitolina. Le immagini dei container di plastica a marchio Ikea che ricordano i centri profughi in paesi in guerra hanno già acceso i riflettori sul centro e guadagnato qualche spazio sui giornali. "Casette? Quelle tende sono una follia non degna per un paese civile" la reazione di Andrea Alzetta, ex consigliere capitolino e storico esponente di Action. "Ho il sospetto, inoltre, che siano state comprate dieci giorni fa e se, a buste non ancora aperte, si sapesse già chi ha vinto sarebbe una brutta pratica". Anche Sofia, residente nell'occupazione di viale del Policlinico, in cima alla lista degli sgomberi insieme all'immobile di via Carlo Felice, ha espresso il suo disappunto: "Non andremo mai a vivere in una baracca. Vogliamo capire quali sono le risposte di questa amministrazione al disagio abitativo di questa città". 

Nel pomeriggio la conferma è arrivata anche dalla diretta interessata, la Croce Rossa, che in una nota ha spiegato: "Non c'è alcun legame né temporale né causale diretto con il bando del Comune di Roma". Le casette 'Better Shelter' adottate dall'Unhcr per situazioni di emergenza erano state acquistate per accogliere i migranti che alloggiavano nelle tende del ministero dell'Interno. E oggi tornano utili per partecipare al bando del Comune di Roma. La busta, però, verrà aperta venerdì. "Cri Roma intende dare vita a Via Ramazzini ad una 'Cittadella della Solidarietà', con il concorso di chi vorrà sostenere questo progetto, mettendo a disposizione queste strutture per situazioni di sola emergenza" continua la nota. Emergenza, perché queste casette, conclude la Croce Rossa, "non sono e non possono essere una soluzione abitativa se non per un periodo breve". 

E che non si tratta di politiche abitative l'ha ribadito più volte anche l'assessora Baldassarre. "La gara si rivolge al sistema di accoglienza delle fragilità estreme attraverso la Sala operativa sociale" ha spiegato a Romatoday. "Roma Capitale non aveva mai avuto prima la possibilità di prendere in carico interi nuclei familiari presso le proprie strutture prima d'ora". È in questo quadro che anche le famiglie sgomberate, "nella determina vengono richiamati tanti soggetti" la spiegazione, potranno finire nelle casette della Croce Rossa che però "non sono da considerarsi una risposta al disagio abitativo". 

La questione abitativa posta dalle occupazioni, infatti, resta inevasa. "In vista di nuovi possibili sgomberi stiamo lavorando con le altre istituzioni competenti". Il dito è puntato verso la Regione: "Come enti locali dobbiamo garantire i livelli assistenziali richiesti in caso di sgombero dal decreto Minniti. Ho aperto un'interlocuzione con l'assessora regionale alle Politiche Sociali, Rita Visini, perché anche la Regione deve fare la sua parte. Roma Capitale da sola non ce la può fare". Ma anche in questo caso il riferimento è alle politiche d'accoglienza.

La replica della Regione

In quanto a quelle abitative resta aperto anche il fronte dei 40 milioni di euro messi a disposizione dall'ente governato da Nicola Zingaretti per reperire alloggi pubblici. Il dialogo con l'assessorato di Fabio Refrigeri è aperto da mesi, almeno da agosto. Ha ribadito Baldassarre: "Vogliamo destinarli allo scorrimento delle graduatorie dell'edilizia residenziale pubblica" a differenza di quanto previsto dalla delibera regionale che prevedeva di destinare abitazioni anche per abitanti delle occupazioni e dei residence. Intanto lo scorrimento delle graduatorie, alimentato solo dagli immobili liberati dai senza titolo, prosegue al ritmo di circa 500 case popolari all'anno a fronte di una graduatoria che è cresciuta fino a sforare le 10.500 persone. 

Nel frattempo gli uffici del dipartimento Politiche Abitative stanno elaborando i criteri che permetteranno di individuare le cosiddette fragilità, non ancora definiti dal Campidoglio nonostante la categoria sia entrata nelle politiche assistenziali del Comune ormai da mesi. "Il dipartimento ha terminato l'iter che definirà dal punto di vista economico e sociale cosa significa 'fragilità' per il Comune di Roma. A breve verrà reso noto". 

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