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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica Alessandrino / Via Ugento

Case popolari, Ater 'aggira' il piano casa di Renzi: arriva una liberatoria anti distacco dell'acqua per i senza titolo

E' emerso da una commissione del V municipio. Una settimana fa al Quarticciolo una palazzina era rimasta senz'acqua

Per gli inquilini senza titolo delle case popolari di Roma sarà possibile chiedere all’Ater una ‘liberatoria’ per l’attivazione dell’utenza idrica. È quanto emerso stamattina nel corso di una commissione convocata nel V municipio per dare risposte alla decina di famiglie degli alloggi di edilizia residenziale pubblica di via Ugento 4, al Quarticciolo, che venerdì 1 febbraio si sono ritrovate con le utenze dell’acqua staccate. “Un’intera palazzina rimasta coinvolta” denunciano dal comitato del Quarticciolo presente con una delegazione presso gli uffici di via di Torre Annunziata 1. “Si tratta per la maggior parte di famiglie senza titolo i cui allacci sono risultati abusivi in quanto senza contratto. Ma senza contratto è impossibile regolarizzarsi. Un cane che si morde la coda”.

Quanto accaduto in via Ugento 4 ha acceso i riflettori sulla situazione più generale di quanto in tema di utenze idriche nelle case popolari della Capitale. Ater, in accordo con Acea, ha predisposto un piano di ‘trasformazione idrica’ che prevede che i contatori generali delle palazzine amministrate dall’azienda regionale diventino individuali. Di fatto, non sarà più Ater a pagare Acea per la fornitura di acqua ma i singoli inquilini. L’articolo 5 del piano casa emanato dal governo Renzi nel 2014, conosciuto anche come Legge Lupi, dal nome dell’allora ministro alle Infrastrutture, prevede però che “chiunque occupa abusivamente un immobile senza titolo non può chiedere la residenza né l’allaccio a pubblici servizi”.

Per evitare quello che i dirigenti Ater presenti in commissione hanno definito un “possibile disastro sociale”, l’azienda regionale ha predisposto una ‘liberatoria’ che i singoli inquilini potranno presentare al Servizio direzione lavori e attività tecniche di viale di Valle Aurelia 257 per vedersi riconosciuta l’attivazione dell’utenza idrica. “Un passaggio amministrativo che permette agli inquilini di stipulare un contratto di fornitura idrica anche negli alloggi occupati senza titolo che in base all’articolo 5 non potrebbero farlo” ha spiegato in commissione il dirigente di Ater, Giancarlo Mongelli. Da quel momento il pagamento delle bollette sarà direttamente a carico degli intestatari: “Ad oggi, nei quartieri più critici della città, la morosità in tema di utenze idriche raggiunge percentuali che vanno dal 25 al 30 per cento. Le famiglie con i redditi bassi potranno usufruire del ‘bonus idrico’ e delle altre agevolazioni previste da Acea”. 

La convocazione di Ater e Acea in municipio è avvenuta dopo la protesta delle famiglie rimaste senz'acqua al consiglio municipale di giovedì scorso. “Non bisogna dimenticare che gli inquilini senza titolo delle case popolari pagano regolarmente l’acqua nel bollettino mensile di ‘indennità di occupazione’ che Ater spedisce a chi non ha titolo. Bollettini spesso troppo onerosi per le famiglie che li ricevono” denunciano ancora dal comitato del Quarticciolo. “Eppure queste persone non possono avere un regolare contratto perché abusivi. Senza considerare che nessuno era stato informato della possibilità di richiedere questa liberatoria e nemmeno del percorso ‘Regolarizzati’”, che permette ai senza titolo di contrattare con Ater modi e tempi di rientro da eventuali debiti. 

“L’intenzione emersa questa mattina è quella di far viaggiare tutte le istituzioni nella medesima direzione: bloccare qualsiasi eventualità di ulteriori distacchi dell’acqua” le parole dell’assessore alle Politiche Sociali del V municipio, Mario Podeschi. Poi, insieme alla presidente della commissione capitolina Politiche Sociali, Agnese Catini, presente questa mattina nelle stanze di via di Torre Annunziata 1, ha aggiunto: “Qualora si procederà allo stesso modo negli altri quartieri della città, chiederemo un’interlocuzione con l’assessora alle Politiche Abitative, Rosalba Castiglione, così da predisporre tutti gli atti necessari ad evitare qualsiasi disagio”. 

Resta sul tavolo il problema delle residenze negate, anche questo conseguenza dell’articolo 5 del Piano casa del governo Renzi. Il nodo non è risolvibile con la liberatoria. Nel modulo da compilare, infatti, si legge: “L’autorizzazione di cui sopra non costituisce titolo autorizzativo ad abitare l’alloggio e nemmeno all’attivazione di altri servizi”. Per ora, gli inquilini senza titolo delle case popolari della Capitale, possono ottenere solo la cosiddetta residenza fittizia in via Modesta Valenti, inizialmente pensata per permettere ai senza tetto tutta una serie di servizi legati alla residenza. “Ci ho messo cinque mesi per ottenerla” racconta un residente del Quarticciolo presente in commissione. “E per poter parlare con gli uffici è stato necessario mettersi in fila prima dell’alba”. 

L’assessore Podeschi assicura che il municipio si sta facendo carico di affrontare questo problema: “Negli ultimi mesi gli uffici municipali sono stati travolti da una domanda di richieste di residenza fittizia” racconta. “Per questo abbiamo deciso di raddoppiare i giorni di ricevimento, che oggi sono il martedì e il giovedì, e di spostare l’orario di apertura al pomeriggio così che le persone non siano costrette a mettersi in fila dalle 5 del mattino. Passiamo quindi dai 5 appuntamenti a settimana che potevamo affrontare fino a pochi giorni fa ad un numero di 10. Nei prossimi giorni speriamo di poter aumentare ulteriormente le possibilità del municipio di lavorare queste domande (presentabili al Punto unico di accesso di via Togliatti 983 e in via Forteguerri 4, ndr)”. 

Il comitato del Quarticciolo punta il dito contro il Campidoglio: “Sono mesi che chiediamo un intervento in questo senso. Le residenze non sono un premio, sono la condizione minima di cittadinanza e quanto fatto dal comune di Palermo recentemente dimostra che i comuni possono superare la legge Lupi, basta volerlo”.

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