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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Case abusive ai Castelli Romani, allarme tra i cittadini: "Prime demolizioni ad Artena"

La notizia è stata diffusa dalla stampa locale. Il Comitato Equi Diritti: "Trovare in fretta una soluzione, la bomba sociale sta per esplodere". Il 16 marzo in programma un incontro con sindaci della zona, consiglieri regionali e parlamentari

Il primo allarme è stato lanciato circa un anno fa. E in tutto questo tempo gli inquilini delle abitazioni nate abusivamente sui Castelli Romani, oggetto delle attenzioni della Procura di Velletri, non hanno mai abbassato la guardia. E' forse anche per questo che la notizia dell'imminente demolizione di due immobili abusivi sul territorio del Comune di Artena, pubblicata sul quotidiano locale La nuova Tribuna, ha avuto l'effetto di un terremoto sulle centinaia di cittadini interessati. In particolare il comitato Equi Diritti che per il 16 marzo ha già in programma un incontro/convegno all'Auditorium della B.B.C. a Rocca Priora al quale parteciperanno alcuni sindaci della zona, consiglieri regionali e parlamentari di ogni colore politico. "Bisogna trovare in fretta una soluzione" spiegano da comitato, "la bomba sociale sta per esplodere". 

Tutto è iniziato con un protocollo d'intesa stilato nel giugno del 2015 tra la Regione Lazio e la Procura di Velletri con l'intento di mettere a disposizione risorse per rendere più veloci le esecuzioni dei decreti di demolizione dei manufatti abusivi. Un fenomeno su larga scala nel territorio dei Castelli Romani che nei decenni ha compromesso irrimediabilmente alcune aree, ridotto i confini del Parco trasformandone intere porzioni in aree pienamente urbanizzate. Centinaia di manufatti abusivi, tra palazzine, villette e capannoni realizzate nei decenni scorsi, condannate alla demolizione ma mai distrutte.

Tra abusivismo e condoni sui Castelli scoppia la bolla

Una vera a propria bolla che sta per scoppiare e che potrebbe lievitare maggiormente dal momento che, dopo l'avvio del protocollo, molte delle richieste di condono depositate dopo l'ultima legge del 2003 sono state rigettate. A complicare il quadro, il ricorso di molti cittadini interessati al Tar, che ha concesso le sospensive. Secondo i dati diffusi dal comitato Equi Diritti, per esempio, a Grotta Ferrata, a fronte di 74 sentenze di demolizione, ci sono 1700 richieste di sanatoria; a Rocca di Papa le prime sono circa 190 a fronte di oltre 3 mila sospese; a Rocca Priora 177 'contro' 960. Per le sentenze passate in giudicato, inoltre, in molti comuni sono scattate le acquisizione al patrimonio comunale, provvedimento previsto qualora le demolizioni richieste non siano state effettuate. 

"Tantissimi di questi immobili da demolire sono prime abitazioni" spiega Marco Milani, del comitato Equi Diritti. "Se verrà dato seguito a tutte quelle ordinanze di demolizione centinaia di famiglie rischiano di restare senza casa". E' in questo contesto che si è diffusa la notizia dell'avvio delle prime demolizioni ad Artena, destinatari di una condanna in via definitiva, che dovrebbero avvenire già nella prima decade di marzo. Demolizioni che, secondo quanto riporta il quotidiano locale, sarebbero state disposte dal tribunale e non dal Comune. 

La notizia desta "preoccupazione" tra i cittadini organizzati del comitato Equi Diritti. "Molte delle abitazioni che devono essere demolite sono state costruite a fianco di quelle 'sanate' negli anni '80" continua Milani. Il territorio ormai ha cambiato volto. "Senza considerare tutti i soldi regionali che sono stati stanziati negli anni per portare luce, acqua e tutti i servizi necessari a rendere abitabili questi quartieri. Non solo. Come comitato Equi Diritti puntiamo il dito anche sull'inerzia di molte amministrazioni comunali nell'adottare piani di recuperi, riperimetrazioni e varianti così come richiesto dalla stessa Regione Lazio negli anni scorsi". Infine un'ultima domanda: "Chi pagherà i costi di queste demolizioni se le famiglie interessante non potranno permettersele? Il fondo per le demolizioni messo a disposizione dal protocollo d'intesa Procura/Regione, non è assolutamente gratuito. Si tratta per i Comuni di dover attingere ad un prestito, da iscrivere come debito nel bilancio, il quale, sebbene a tasso zero dovrà essere restituito".  

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