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Cartelloni, il Tar boccia in parte la riforma: "Da rivedere lotti e formati"

Passati al vaglio i ricorsi di 19 aziende, il tribunale dà ragione all'amministrazione per quanto riguarda il bando di gara, ma lotti e formati erano di competenza dell'Assemblea capitolina e non della Giunta

Salvo il provvedimento sui cartelloni varato, e fortemente voluto, dall'ex giunta Marino per regolamentare una volta per tutte il mare magnum dei "mostri" pubblicitari sparsi per la città. Ma il verdetto è positivo solo in parte. 

Il Tar ha passato al vaglio i ricorsi di 19 aziende contrarie al nuovo PRIP (Piano Regolatore Impianti Pubblicitari del Comune) dando ragione all'amministrazione per quanto riguada la parte inerenta alla procedura di riordino del settore tramite bandi evidenza pubblica e non più con concessioni alle stesse aziende. 

Ma le toghe hanno anche bocciato i nuovi formati dei cartelloni di proprietà comunale (Spqr) (di e la divisione in lotti degli impianti, non nel merito ma per ragioni di competenza. A quanto emerso avrebbe dovuto decidere l'Assemblea capitolina e non la Giunta. Risultato?

Per il momento si blocca l'iter avviato nei municipi per la valutazione partecipata con i cittadini dei piani di localizzazione. Sul piede di guerra le associazioni da sempre in lotta contro il caos del sistema di assegnazione degli spazi alle ditte, che hanno subito scritte a Tronca per chiedere di intervenire al più presto. 

Commenta su Twitter l'ex assessore al Commercio, Marta Leonori, che da prima paladina della riforma ha salutato Roma invitando tecnici e comitati a non mollare il prezioso lavoro avviato.  "Su impianti pubblicitari nuova sentenza del TAR. La riforma può continuare, per cambiare #Roma. Basta non fermarsi". 


 

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