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Bolkestein, rivolta degli ambulanti contro i bandi: furgoni bloccano il centro

Prima sul Lungotevere, poi a piazza Venezia tutto bloccato. Una protesta totalmente abusiva e non autorizzata per dire no alla direttiva europea che punta a riassegnare le licenze

Ancora scudi levati contro la direttiva Bolkestein. In piazza gli ambulanti per dire no alla messa bando delle licenze su aree pubblica imposta dall'Europa a partire dal prossimo maggio. A bordo dei furgoni delle attività commerciali, un centinaio di lavoratori ha marciato lentamente sul lungotevere, bloccando la viabilità all'altezza di Ponte Sisto. Poi, intorno alle 19, ha invaso piazza Venezia. Una manifestazione spontanea, non autorizzata, con pattuglie dei vigili urbani chiamate a regolare il traffico in tilt e agenti della polizia di Stato impegnati nella rilevazione delle targhe di tutti i camion presenti in piazza, con successivi accertamenti degli intestatari dei mezzi. 

Obiettivo della protesta: essere ricevuti dal prefetto. "Abbiamo una lettera da consegnare per informare dello stato di agitazione dei commercianti - spiega Alessia Salmoni, portavoce dei manifestanti ed ex presidente del Consiglio del municipio XII - il governo deve escludere gli ambulanti dalla direttiva. E' stato aperto un tavolo di confronto il 3 novembre ma ancora non ha avuto seguito". La richiesta diretta a palazzo Chigi, che ha facoltà di porre dei limiti all'applicazione della normativa, è chiara: salvare il commercio itinerante dai dettami europei.

"A maggio tanti padri di famiglia si ritroveranno senza lavoro. Come campiamo i nostri figli?". Fabrizio Pavoncello è titolare di un banco di biancheria per la casa, del gruppo rotazione B del Comune di Roma. "Mio padre ha avuto la licenza nel 1948, era un sopravvissuto ai campi di sterminio di Auschwitz. Io ci lavoro da quando ero bambino e oggi con un reddito imponibile di 15, 20mila euro l'anno do da mangiare a tutta la famiglia. Siamo 124 nel mio settore". E ci tiene a precisare: "Nessuno di noi si chiama Tredicine". Il nome della storica famiglia di bancarellari della Capitale, che ha in mano da decenni le licenze di quasi tutto il centro storico, passa di bocca in bocca nel caos della protesta. 

"Parlano tutti dei Tredicine, ma loro saranno cento, noi in totale siamo 13mila tra posti su strada e nei mercati, è assurdo". Anche Domenico Vaiana, vicepresidente di Mercati Settimanali Roma, in piazza con i colleghi ambulanti, punta il dito contro quell'equazione fin troppo facile, quasi automatica: ambulanti uguali Tredicine. "Si fa troppa confusione. Io sono io e non c'entro niente con i Tredicine, siamo migliaia e loro saranno cento. Dobbiamo pagare tutti? Sono d'accordo che il commercio su strada vada regolarizzato, ma le licenze a scadenza ci condannano sul lastrico". 

LA MOZIONE A CINQUE STELLE - Sulla direttiva, lo ricordiamo, l'amministrazione Cinque Stelle ha votato in Aula una mozione per chiedere l'esclusione degli ambulanti, in contrasto però con il parere dell'assessore al Commercio Meloni, che ha di fatto sconfessato l'atto di indirizzo a poche ore dalla sua approvazione, schierandosi a favore della piena applicazione della normativa. 

Protesta No Bolkestein 23.11.2016

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