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"No alle baraccopoli a cinque stelle". I Movimenti preparano la protesta contro Grillo

Inascoltati dalla sindaca Raggi, i Movimenti per l'abitare si preparano a contestare il comico leader del Movimento. Giovedì al teatro Flaiano convocata una manifestazione

Se con la vicenda dello sgombero di via Curtatone si è sancita la fine della pace tra i Movimenti per l'abitare e la giunta Raggi, il progetto dei centri d'accoglienza per sgomberati rischia di far scoppiare una vera e propria guerra. I segnali ci sono tutti. Dopo la pubblicazione della determina (QUI LA NOTIZIA DI ROMATODAY DEL 1 NOVEMBRE), a provocare sdegno è stata la circolazione di alcune foto raffiguranti i moduli abitativi ospitati nel centro della Croce Rossa di via Ramazzini. Veri e proprio container, 15 metri per 15. Casette, made in Ikea, che secondo quanto apprende RomaToday, sono da tempo in dotazione della Croce Rossa. La stessa associazione smentisce di aver vinto il bando.

Ora il timore dei Movimenti è che quelle casette diventino la nuova casa degli sgomberati, vecchi e nuovi, della Capitale. Per questo da giorni stanno lanciando appelli alla sindaca Raggi e, inascoltati, hanno deciso di puntare più in alto, a Grillo. Così il 23 novembre, in occasione dello spettacolo di Grillo al Flaiano, è pronto un "assedio" al teatro. "Suoniamo la sveglia a Grillo!" è lo slogan. 
 
Quello che temono i Movimenti è che "dalle parole dell'assessore alle Politiche Sociali Laura Baldassarre, questa potrebbe essere la modalità per risolvere la situazione delle 66 famiglie che oramai da tre mesi vivono sotto il portico della Basilica dei XII Apostoli, a due passi da Prefettura e Campidoglio. Potrebbe inoltre ospitare i rifugiati sgomberati da via Curtatone a colpi di idrante e manganello, e successivamente rimossi con la forza da qualsiasi luogo dove si fossero accampati per denunciare le violenze subite e non smembrare la propria comunità. Si porrebbe poi in continuità con il progressivo svuotamento dei CAAT, che la Giunta non è ancora riuscita a rimpiazzare con i bandi per i SASSAT, andati sistematicamente vuoti da un anno a questa parte. Immaginiamo che, nelle fantasie dell'assessore, potrebbe anche essere il luogo idoneo ad ospitare alcuni degli abitanti dell'occupazione abitativa sotto sgombero di viale del Policlinico 137, che una sentenza del Tar impone di svuotare forzosamente entro il 21 novembre. Per Baldassarre, questa sarebbe la risposta alle rivendicazioni di chi, dopo uno sgombero, esige che i nuclei familiari non siano umiliati e sventrati per essere immessi nel circuito di case e famiglia e centri di accoglienza sulla base delle priorità stilate dalla classifica delle fragilità sociali, da cui il tema della povertà è sistematicamente espunto nel lessico e nel merito".


Secondo i Movimenti "il diritto temporaneo alla casa della nuova categoria dei 'socialmente fragili', per la giunta Raggi, diventa quindi 'diritto alla baracca'. O meglio ancora, alla lotteria della baracca, visto che il bando contenuto nella determina si limita a parlare di collocare 100 persone, laddove decine di migliaia di nuclei nella città di Roma vivono in condizione di emergenza abitativa. Diritto alla casa e alla dignità che diventa diritto al confinamento urbano, sebbene con vitto e alloggio, nella migliore tradizione della gestione coatta delle emergenze sociali, in spregio della continuità abitativa, scolastica, sanitaria e sociale delle persone coinvolte. Va detto che un tale progetto supera comunque la fantasia persino del Mondo di Mezzo di Mafia Capitale che, negli scambi di sms per le feste nel 2013, brindava ad un anno “pieno di monnezza, profughi, immigrati, sfollati” da porre sotto la cura forzosa delle cooperative sociali".

Quindi la conclusione: "Alla luce della storia di Roma, della gravità dell'emergenza abitativa che attanaglia questa città, e della esorbitante quantità di immobili vuoti e inutilizzati che costellano il panorama di Roma, solo una giunta irresponsabile e feroce nei confronti dei poveri sarebbe potuta arrivare alla conclusione che la soluzione dell'emergenza alla casa possa essere tornare alla città delle baraccopoli, dei container, dei prefabbricati, della lamiera. E siamo d'altro canto certi che, nonostante la presunzione di novità di cui si fa portatrice la giunta Raggi, con risultati pressoché nulli se non dannosi, questo nuovo bando non produrrà baraccopoli a Cinque Stelle. Una baracca (per giunta temporanea) è sempre una baracca, e non sarà mai quella casa che gli occupanti, gli abitanti dei residence, i 'socialmente fragili' reclamano con forza come un proprio diritto acquisito con la lotta, e in nome della dignità. Di fronte ad una proposta così irricevibile, l'unico percorso possibile è quello di continuare a diffondere dentro la città, nel suo centro così come nelle sue periferie, tre parole chiave: casa, reddito e dignità per tutti e tutte. Parole che saranno scandite da ogni tetto, barricata, manifestazione e picchetto nei mesi a venire, portando con sé il bagaglio di vittorie che i poveri, gli indesiderati, gli abitanti delle baraccopoli di questa città sono riusciti a strappare in decenni di lotte e mobilitazioni coraggiose. Baraccati (a cinque stelle)? #oralecase!".
 

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