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Bandi flop, dalle buche ai carroattrezzi tutte le gare che fermano Roma

La lunga lista delle gare fallite, con annessa paralisi dei servizi cittadini

Sospesi, annullati, da rifare, bloccati all'Anac, deserti o ancora da assegnare dopo mesi. E' la paralisi dei bandi pubblici che impedisce ai romani di fruire dei servizi in maniera regolare. Di tre giorni fa l'atto che straccia la gara per la rimozione delle auto in doppia fila, agognatissima per ristabilire un po' di disciplina su strade già messe alla prova dal traffico intenso. Roma la attendeva da tre anni. Ma per vizi di forma e di sostanza tocca ricominciare da capo. Un'eccezione? Magari.  

Manutenzione del verde, trasporti, patrimonio. La lista di bandi non andati a buon fine, con l'immediata conseguenza di un blocco temporaneo di interventi fondamentali per la città, è lunga. In cima all'elenco amaro, specie per l'attualità del tema buche troppo spesso al centro delle cronache cittadine, citiamo il maxi appalto triennale da 78 milioni di euro per riparare l'asfalto: 12 lotti, 36 mesi di affidamento dei lavori alla ditta vincitrice, pubblicato il 6 aprile 2017 e mai assegnato perché la commissione aggiudicatrice che valuta le offerte non è riuscita a riunirsi per mesi. Un copione non proprio nuovo da quando l'inchiesta Mafia Capitale ha spaventato tecnici e dirigenti, timorosi per qualunque firma da apporre sulle carte degli affidamenti.  

Non va meglio per le potature degli alberi e lo sfalcio dell'erba. Due appalti europei da 9 milioni di euro sono fermi da più di un anno a seguito di rilievi dell'Anticorruzione. E a patire sono parchi, aiuole, giardinetti di quartiere, più simili a giungle che ad aree verdi di un centro urbano. Poi ci sono le gare che arrivano in ritardo. Caso emblematico, tra ironia e polemiche, il bando per la fienagione, pratica scelta dall'amministrazione Raggi per far sfalciare l'erba alta a ovini affamati. Scaduto il 29 giugno, prevedeva la concessione temporanea di aree verdi per il periodo compreso tra il 15 giugno ed il 15 luglio. Quando l'erba è già secca e non più digeribile per le pecore al pascolo. Alla voce ritardi possiamo inserire anche i bandi municipali per lo sport pomeridiano nelle palestre scolastiche. In V sono già stati costretti a una proroga delle vecchie concessioni. Non stavano nei tempi per avviare le attività il tutto da settembre. Nel medesimo capitolo anche gli avvisi pubblici per la pulizia dei tombini, sempre più necessaria in vista dell'autunno: la presentazione delle offerte scade a fine agosto e le ditte non cominceranno a lavorare prima di tre mesi almeno (questi i tempi procedurali). A stagione delle pioggie già inoltrata. 

Poi abbiamo le gare che vanno deserte. Vedi alla voce Atac. Nessuna offerta per l'appalto da 98 milioni di euro bandito per rinforzare il parco macchine con 320 nuovi bus. L'assessore Linda Meleo ha garantito che il Comune si rivolgerà alla Consip, la centrale acquisti del Governo centrale. Ma c'è chi l'ha attaccata pesantemente, chiedendone le dimissioni. E non è andata granché nemmeno per i mezzi a idrogeno: anche la gara dello scorso maggio si è conclusa senza offerte. Stessa sorte è toccata al bando peri nuovi alloggi destinati alle famiglie in emergenza abitativa che abitano nei residence. O a quello per l'affitto di uffici disponibili del patrimonio immobiliare comunale. Le aziende del territorio sembrano quasi restie a fare affari con la pubblica amministrazione romana. E non è facile dar loro torto. 

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