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Impianti sportivi municipali: M5s non riesce a decidere. Servizio a rischio per migliaia di famiglie

Nella maggior parte dei municipi non sono arrivate le proroghe alle assegnazioni in scadenza degli impianti sportivi. Mancano però anche i bandi ed il timore è che non si faccia in tempo. Bonessio: "Migliaia di famiglie saranno danneggiate"

Quale disciplina sportiva praticare, di ritorno dalle vacanze estive? Moltissimi romani cominciano ora a porsi questo interrogativo. La scelta, spesso, viene presa valutando variabili come  la distanza da casa ed il costo dell' attività. Quest'anno, questa decisione, rischia di risultare più problematica del previsto. Almeno per quegli utenti che sono soliti frequentare gli impianti sportivi municipali.

A SPESE DEI ROMANI - "Agli enti di prossimità non è stata data una direttiva chiara – osserva Nando Bonessio, portavoce regionale dei Verdi ed insegnante di educazione fisica – a Roma ci sono quasi 50mila persone che usufruiscono di questo genere d'impiantistica sportiva, nata alla fine degli anni 70 e che rappresenta un' eccellenza della Capitale. Dal 2003 c'è un regolamento capitolino  che esplicita i  criteri per affidare le strutture sportive scolastiche alle associazioni – prosegue Bonessio – il fatto è che alcuni dirigenti capitolini hanno ipotizzato che questo regolamento entra in conflitto con il nuovo codice degli appalti, varato nel 2016. Nessuno però si è preso la briga d'interrogare l'avvocatura capitolina.  Intanto le assegnazioni, in due terzi dei municipi romani, sono in scadenza. Ed in questo vuoto politico – sottolinea Bonessio – chi ne farà le spese saranno le famiglie". Ed in particolare quelle che finora hanno potuto usufruire di un'attività a basso costo.

IL RISCHIO - Nel corso delle precedente settimana, tra i primi a sollevare la questione, si erano segnalati i consiglieri democratici del Municipio XI.  "La scadenza dell'attuale affidamento è ormai prossima (il 30 giugno) e l'amministrazione municipale non ha ancora indetto la nuova gara per l'affidamento triennale dei centri sportivi – si leggeva in una loro nota – Se si considerano i tempi necessari per l'espletamento delle varie fasi della gara nonché la chiusura estiva degli uffici, il rischio che a settembre ci sia il blocco totale delle attività".

IL CASO DEL MUNICIPIO VI - Lo stesso timore è stato palesato anche da Dario Nanni, già consigliere capitolino ed oggi capogruppo Dem nel VI Municipio, ha ricordato quali saranno le conseguenze nel suo territorio. "Da noi ci sono una quarantina di associazioni che fruiscono di questi impianti sportivi. Le famiglie coinvolte sono 2500 e gli operatori quasi 300". Numeri che già rendono bene la dimensione del fenomeno.  "Oggi in consiglio municipale hanno ammesso che sono arrivati un pochino in ritardo, ma che presto il bando sarà pronto. Non si rendono conto che doveva esserlo per metà marzo. Ora manca il tempo materiale per aprire le attività a settembre. Ed ancora oggi non hanno neppure approvato la delibera sulle linee guida".

L'IMMOBILISMO DELLA GIUNTA - Martedì 13 giugno Angelo Diario, presidente della Commissione sport in Campidoglio, aveva annunciato la bozza di protocollo d'intesa che avrebbe dovuto disciplinare i rapprotri tra istituzioni scolastiche ed ente locale. "Siamo in attesa da tre settimane del parere dell'Assessore Baldassarre -aveva sottolineato Diario (M5s) sottolineando che sarà quello "il punto di partenza del nuovo Regolamento per l'affidamento degli spazi presso i Centri Sportivi Municipali". Il tempo però rischia di non essere sufficientemente ampio per arrivare ad approvare un nuovo regolamento. "Noi abbiamo proposto una deroga – suggerisce Nanni – in altre parole, visto che siamo off limits, chiediamo una proroga alle precedenti assegnazioni".

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