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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Caos bus, pagano anche gli autisti: "Bloccati in rimessa e senza i turni programmati"

E' la narrazione dalla parte di chi guida, costretto a orari decisi giorno per giorno, fermo nei depositi per mancanza di vetture

Pochi bus in strada, quasi dimezzati dai continui guasti, e molti autisti nei depositi, a caccia di una vettura funzionante per svolgere il loro turno di servizio. Nei giorni in cui i fari sono accesi sulle inefficienze del trasporto pubblico, complice "l'operazione verità" avviata dalla giunta Raggi con la riorganizzazione delle corse dal 5 settembre, non è raro vedere accanto a folle di passeggeri che aspettano i mezzi alle banchine, capannelli di conducenti fermi ai capolinea o in rimessa. Anche loro in attesa e carichi di rabbia. 

"Passano la stragrande maggioranza del turno senza poter fare niente, non ci sono i pezzi di ricambio per effettuare l'ordinaria manutenzione delle vetture, è una situazione vergognosa, insostenibile, l'azienda non effettua il servizio pubblico". A parlare è Paolo Ventura, del sindacato Fast (Federazione Autonoma dei Sindacati dei Trasporti). La sua è la storia dalla parte di chi guida. E non è più rosea di quella dei cittadini che timbrano il biglietto. "Ora i turni lavorativi non sono programmati su 15 giorni, come è sempre stato, siamo in regime di variazione, il che significa che nessuno si può organizzare la vita, la sera tardi vieni informato del turno che farai il giorno dopo". Se riuscirai a svolgerlo come da contratto, perché "gli autobus che possono 'camminare' sono pochissimi" e il rischio è restare bloccati ore in deposito.  

Ed è così che il malcontento non si respira solo tra l'utenza accalcata in massa sopra i pochi mezzi circolanti. C'è anche chi vorrebbe essere messo nelle condizioni di svolgere le mansioni per cui viene pagato dallo Stato. Tra le tante segnalazioni ricevute dalla redazione abbiamo quella di Fabrizio, con foto allegata: "Capolinea di Ponte Mammolo, giorno 7 Settembre 2016 ore 16.54. Nessun bus, ma ci sono ben otto dipendenti Atac (almeno sette sono autisti) che stanno comodamente chiacchierando. Atac annuncia che a causa dei pochi mezzi disponibili, le corse sono soppresse: ma gli autisti li dobbiamo comunque pagare". Il suo è uno scatto emblematico di un sistema che non funziona, inceppato, zoppicante, dove poco o niente sembra andare come dovrebbe. Ma "la colpa non è nostra", ci tengono a precisare dal fronte dei conducenti, anche loro costretti "in trincea". 

Qualcuno lo ha scritto in una lunga lettera rivolta all'utenza, firmata Comitato Autisti Atac, stampata e distribuita in giro, alle pensiline, sui mezzi. Si punta il dito contro l'azienda, rea di non aver fatto abbastanza per evitare il disastro. "Rettighieri (ex dg che si è dimesso la scorsa settimana, ndr) in questi mesi non ha mai verificato lo stato dell'esercizio e del disastro manutentivo. Ha abbandonato la nave dopo averla portata sugli scogli". Poi si ribadisce l'amara realtà: "Da oggi, fino a non si sa qunado, i bus saranno di meno, l'Atac non ha seguito minimamente le indicazioni di regolarizzazione dettate dall'amministrazione comunale, spalmando e diminuendo le attese, ma ha predisposto un taglio netto di linee e vetture del tutto casuale che i cittadini dovranno subire". E infine l'appello, l'invito a fare squadra. "Cittadini vi chiediamo di non prendervela con il primo autista che incontrate che in quel momento sta feacendo il suo lavoro e non ha colpe dei disagi che subite, dobbiamo essere solidali, stiamo sulla stessa barca". O meglio, sullo stesso autobus, quando passa. 

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