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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica

Atac: chi sono i nuovi membri di Cda e collegio sindacale. Meleo: "Dg non serve più"

Dopo la nomina del nuovo presidente e ad Simioni, l'approvazione in Commissione del Cda e dei cinque membri del collegio sindacale

Ieri l’annuncio dell’arrivo in Atac del nuovo amministratore delegato e presidente, Paolo Simioni, oggi i nomi del nuovo Consiglio di amministrazione, a tre componenti. Cristiano Ceresatto, attuale capo staff dell’assessore alle Partecipate Massimo Colomban, e la dottoressa Angela Sansonetti affiancheranno Simioni. La commissione Mobilità, presieduta da Enrico Stefàno (M5S), ha espresso a maggioranza l'ok al nuovo vertice (ha votato a favore il M5S, contrario il Pd). 

Dal Cda al collegio sindacale

Sempre in sede di commissione, Stefàno ha poi elencato i cinque membri del collegio sindacale, che saranno Fazi Valeria, Giovanni Palomba, Eugenio D’Amico, Giovanni Rossi e Pizzitti Fiorella, mentre rispetto all’ex amministratore unico Manuel Fantasia, per spiegarne l'allontanamento, ha dichiarato: "Era altamente qualificato come amministratore unico, quindi non è che sia o non sia qualificato, ma per il nuovo cda a tre di Atac servono competenze altamente specifiche nell’ambito dei trasporti". 

Soddisfatta l’assessore alla Mobilità, Linda Meleo: "Nell’esame dei profili per il nuovo Cda di Atac il nostro obiettivo è stato individuare delle persone particolarmente competenti nel tema della gestione aziendale e dei trasporti. Siamo certi che la nuova configurazione del cda risponde alle esigenze di un’azienda di oltre 10 mila dipendenti. La scelta di passare a un organo collegiale e non mantenere l’amministratore unico è data dal fatto che Atac è un’azienda eccezionale che non può essere considerata nella media delle partecipate del Comune, perché ha oltre 10mila dipendenti ed è una realtà particolarmente complessa soprattutto nella parte industriale".

Mentre stando a quanto dichiarato dalla stessa Meleo a margine della seduta di commissione, il nuovo direttore generale (che andrebbe a sostituire Bruno Rota) non verrà nominato. "Se c'è un cda con un membro che ha il ruolo anche di amministratore delegato, il dg non serve". 

Le opposizioni

Intanto proseguono gli attacchi trasversali dalle forze di opposizione. "In questo scenario di porte girevoli targato 5 Stelle anche il nuovo ad di Atac non poteva non spuntare dal cilindro della Casaleggio Associati. D'altronde, grazie all'amicizia con l'assessore alle Partecipate, un piede in Campidoglio lo aveva già messo" dichiara in un comunicato stampa Fabrizio Ghera, capogruppo di Fdi-An in Campidoglio, puntando il dito contro Paolo Simioni. "E' il coordinatore del gruppo di lavoro sulle società comunali messo in piedi da Colomban, dal quale ci saremmo aspettati un piano di riorganizzazione che però fino ad oggi non è arrivato. A fronte della nomina in Atac, ci chiediamo se siano seguite le dimissioni dello stesso come coordinatore del gruppo di lavoro sulle partecipate. In caso contrario ci troveremmo ad una situazione di controllore e controllato poco conciliabile con un ruolo così delicato per il rilancio dell'Atac e ovviamente non in sintonia con i criteri di trasparenza perseguiti, almeno a parole, dai grillini. Quesiti che porremo all'evidenza del Campidoglio attraverso un'interrogazione".
 
Commenti anche dal Pd con una nota del parlamentare Stefano Esposito: "Il gattopardismo della Raggi e dei 5 Stelle a Roma è la nuova frontiera del disastro capitolino. Cambiare tutto per non modificare assetti di potere stratificati. In pochi mesi, mentre la situazione peggiora drammaticamente e il trasporto romano è al collasso, siamo al terzo cambio di vertice per Atac, anzi al quinto visto che questa volta hanno nominati un triumvirato. Hanno fatto fuori Rettighieri che stava risanando l'azienda e hanno riservato lo stesso servizio a Rota, che cercava di fare la stessa cosa. I due erano entrati in rotta di collisione con Raggi e i suoi uomini più vicini. Intanto, il controllo di assetti fondamentali per Roma si spostano in Lombardia. I grillini sono la vera nuova vecchia politica".

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