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Atac, si svuotano gli uffici: "Trecento amministrativi faranno i controllori o i vigilantes"

Ad annunciarlo nel corso di un'intervista a Radio Radio l'assessore capitolino alla Mobilità Guido Improta: "Stamattina sono partite le lettere di messa in mobilità"

Sono partite oggi oltre trecento lettere per annunciare ad altrettanti dipendenti Atac assunti come amministrativi la messa in mobilità. Personale “strutturalmente in esubero” che, sotto ai colpi della razionalizzazione e del risparmio, verrà impiegata per compiti più utili all'azienda. Ad annunciarlo, l'assessore alla Mobilità del Comune di Roma Guido Improta intervistato questa mattina ai microfoni di Radio Radio.  Le comunicazioni sono partite stamattina dai rispettivi amministratori delle società, che hanno avvertito contestualmente anche i sindacati dei lavoratori.

Degli oltre trecento dipendenti, trecentododici sono amministrativi di Atac, otto di Atac Patrimonio e tre di Offcine grandi revisioni. “Non per essere licenziati ma per andare a svolgere i compiti più utili per le aziende e per la città come controllori sui bus e vigilantes nelle stazioni delle metropolitane” ha spiegato Improta. "All'azienda conviene che queste persone possano svolgere attività diverse dal mero lavoro amministrativo, che è necessario e importante ma l'organico attuale è ipertrofico, troppo pieno di queste figure". Non è la prima volta che l'assessore, alle prese con la situazione critica dell'azienda, aveva annunciato la necessità di ridurre il numero di amministrativi. "In Atac ci sono 1.190 amministrativi più altri 248 di staff ed è notizia di oggi che sono partite oltre 300 richieste di mobilità", ha detto l'assessore. 

Nella lettera si parla di “indifferibile necessità di procedere all'immediata riduzione dei costi di gestione anche attraverso una rimodulazione della propria organizzazione e un miglior equilibrio nell'allocazione delle risorse umane non direttamente impiegate nell'erogazione del servizio". Una decisione dovuta “al nuovo scenario di trasformazione organizzativo-produttiva in cui Atac si trova a operare per l'effetto combinato della fusione per incorporazione di Trambus spa e Metro spa" ma soprattutto "alla grave situazione economico-finanziaria che ha investito la società negli ultimi quattro anni". Le perdite per l'azienda capitolina negli ultimi quattro anni è stata di 319 milioni nel 2010, 179 milioni nel 2011, 156 milioni nel 2012 e risultato negativo in fase di predisposizione del bilancio anche nel 2013.

Nella lettera si ricapitolano anche i numeri del personale dell'azienda. In totale Atac ha 11.613 dipendenti, a esclusione del personale dirigente. Di questi 6.070 operatori di esercizio, 487 macchinisti, 1.640 operai, 695 movimento, 190 quadri, 1.190 amministrativi di cui 1 giornalista, 257 ispettivi, 45 addetti alla manutenzione Meb/parcometri, 81 Addetti ai parcheggi, 199 addetti alla sosta su strada, 83 addetti alla biglietteria, 248 staff operativo, 138 verificatori e 290 addetti alle attività ausiliarie e di supporto. Tutto il personale opera sul territorio dei comuni di Roma e Viterbo, ma gli esuberi dichiarati con la procedura sono tutti occupati nel comune di Roma.

Atac Patrimonio occupa invece in totale 30 dipendenti, dei quali 9 quadri, 19 amministrativi e 2 addetti alle attività ausiliarie e di supporto, tutto il personale opera sul territorio di Roma e gli esuberi dichiarati (8) rientrano in quadri e amministrativi. 

Officine grandi revisioni conta invece 137 dipendenti dei quali 121 operai, 4 quadri, 8 amministrativi e 4 addetti alle attività ausiliarie e di supporto. Anche qui tutto il personale opera sul territorio del comune di Roma e anche qui gli esuberi (3) sono tutti quadri e amministrativi.

Improta si è espresso anche in merito alla mozione approvata la scorsa settimana in consiglio comunale favorevole al ritorno del bigliettaio sul bus. “Il problema è che si scontra con la sostenibilità economico-finanziaria. Noi dobbiamo ridurre il numero dei dipendenti e comunque valorizzarli e quello che faceva Aldo Fabrizi nelle pellicole degli anni '50 sarebbe una figura non al passo coi tempi”. Per l'assessore la funzione del bigliettaio può essere sostituita dall'utilizzo delle nuove tecnologie: “E' possibile mettere in corrispondenza delle porte di accesso ai bus dei lettori che segnalano se la persona che sta salendo è dotata o meno del titolo di viaggio".

In merito alle richieste del sindaco Marino che si era auspicato l'accesso ai bus solo dalla parte anteriore del mezzo invece ha spiegato: “Lo potremmo realizzare ma solo su quelle linee che hanno un coefficiente di riempimento un po' più basso. Pensate a cosa potrebbe succedere sul 64 che va da Termini a San Pietro attraversando zone con molto traffico e trasportando moltissimi passeggeri: i tempi di percorrenza sarebbero infiniti". Poi ha aggiunto: "Atac serve una zona molto vasta e non c'è una panacea unica, dobbiamo studiare delle misure per ogni tipologia di servizio e per ogni area".

L'assessore Improta ha inoltre allontanato ogni ipotesi di privatizzazione del servizio: "Una gara per la privatizzazione di Atac avrebbe bisogno di una pubblica amministrazione in grado di garantire il corrispettivo del contratto per un certo numero di anni, cosa che nessuna amministrazione è in grado di assicurare in questo momento. Le gare fatte a Torino piuttosto che a Parma, che sono comunque in condizioni diverse, sono andate deserte, quindi sgomberiamo il campo da opzioni che non possono essere attuate. Ci sono altre vie per rendere più efficace il tpl" ha spiegato aggiungendo come entro il prossimo autunno verrà implementato anche il servizio di car sharing.

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