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Atac, la verità di Rettighieri e Brandolese: "Intromissioni della Meleo contro il buon senso"

La spiegazione dell'addio dei due manager in una conferenza stampa. Brandolese: "Nuova amministrazione contraria al nostro piano industriale"

Dimissioni annunciate da giorni, maturate nell'ultima settimana. Caso ha voluto che cadessero nel #dimissioniday del Campidoglio. Così Rettighieri e Brandolese hanno visto passare in secondo piano i loro addii. Eppure sono abbandoni importanti che lasciano l'azienda dei trasporti senza guida e che rischiano di incidere più di quanto si immagini sul quotidiano dei romani. 

I due hanno provato a spiegare cosa è accaduto ieri in una conferenza stampa. Contenuti in realtà già noti, vista la lettera - sfuriata finita praticamente ovunque, vergata dal direttore generale contro Meleo e Raggi. Lui, l'amministratore unico Armando Brandolese, ha tenuto sempre un profilo più istituzionale ma ieri si è tolto i sassolini dalle scarpe. "La nostra, mia e di Rettighieri", racconta in conferenza stampa, "è stata una decisione sofferta che ci ha visti però unanimi entrambi. La motivazione che mi ha convinto a dimettermi è stata il fatto che noi da tempo siamo in difficoltà finanziarie evidenti. È stato negoziato un contratto di finanziamento con le banche basato su un piano industriale elaborato con fatica e che guarda fino al 2019. Uno dei pilastri di questo piano era la previsione di dismissioni di alcuni immobili non strumentali che avrebbero portato una serie di benefici per 95 milioni. Ci autorizzava una delibera del 2011. Così avremmo potuto restituire i finanziamenti entro il 2019. Ma la nuova amministrazione ci ha detto che era del tutto contraria. E questo ci ha messo in crisi perchè il piano non era più sostenibile".

Fatti passati in secondo piano, nascosti dai contenuti della lettera, che ieri Rettighieri ha ulteriormente esplicitato: "La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata un'interferenza che non mi ha fatto piacere da parte dell'assessore ai Trasporti, Linda Meleo. Con la lettera che ha indirizzato a me e Brandolese, e che ci ha dato fastidio, la politica si è intromessa in una questione di una società, anche se partecipata. Non mi sembra cosa da fare. È una palese violazione delle regole del buon senso". 

Rettighieri si spinge oltre. "Forse ha pesato aver toccato certe zone intoccabili ma io l'ho dovuto fare. Non mi ha fatto piacere fare certe azioni che hanno dato fastidio. Abbiamo toccato certe cose intoccabili? Rispondo forse sì, ma non me ne posso preoccupare più di tanto. Sono solo venuto a sapere di fatti non corretti di cui dovrà valutare la magistratura".
 
Brandolese chiude spiegando i passaggi formali: "Resterò in carica fino all'Assembla dei soci perchè nonostante le dimissioni devo restare a presidiare. Le deleghe di Rettighieri le prenderò io fino a quel momento".

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