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Asili, si alza la tensione tra i sindacati e il Comune: Cgil e Cisl in stato di agitazione

Martedì l'incontro tra le sigle sindacali e il Dipartimento Scuola che non ha accolto la richiesta di sospensione del contratto unilaterale. L'allarme: "Condizioni lavorative esasperate e scarsa qualità del servizio"

Cresce la tensione tra i sindacati e l'amministrazione capitolina attorno alla nuova organizzazione degli asili nido e delle scuole dell'infanzia. Dopo l'incontro di ieri tra le rappresentanze dei lavoratori e i dirigenti del dipartimento Scuola capitolino, la Fp Cgil e la Cisl Fp di Roma e Lazio hanno indetto lo stato di agitazione che si aggiunge a quello proclamato la scorsa settimana dal sindacato di base Usb. “E' una conseguenza della sordità di questa amministrazione alle richieste, più volte avanzate, di intervento  sulla nuova organizzazione del lavoro prevista dall’atto unilaterale” si legge in una nota che porta la firma dei segretari regionali Marco D'Emilia (Fp Cgil) e Giancarlo Cosentino (Cisl Fp). Sul tavolo, oltre alle proposte dei sindacati la richiesta di sospendere l'atto unilaterale in attesa di raggiungere una posizione condivisa: “L’amministrazione non può continuare a voltare lo sguardo per non vedere quello che sta succedendo, ascolti le grida di allarme delle educatrici, delle insegnanti, dei genitori dei bambini” continuano. Dall'assessorato di Paolo Masini però hanno deciso di tirare dritto e di riconvocare l'incontro per il 6 maggio.

“L'applicazione dell'atto unilaterale provoca nel settore scolastico capitolino delle condizioni lavorative esasperate sia per il personale sia per i genitori dei bambini che nei giorni scorsi sono scesi in campo” denuncia Marco D'Emilia. “Il risultato è un abbassamento della qualità del servizio i cui utenti finali sono i bambini che hanno diritto ad avere un servizio adeguato alle loro esigenze. Nel mirino l'aumento di tre ore di lavoro frontali e l'abolizione del rapporto educatrice-bambino prima fissato in 1 a 6 “e che oggi arriva anche fino a 12”.  Le politiche che riguardano questo settore “devono essere svincolate dalla logica del taglio dei costi che incidono sugli standard minimi”. A rischio anche la pulizia e l'igiene: “Spesso le insegnanti, a fronte della carenza del servizio, si ritrovano responsabilmente a farsi carico di effettuare con mezzi di fortuna, servizi che non gli competerebbero”.

Continua lo stato di agitazione anche per l'Unione sindacale di base. Denuncia Daniela Pitti: “L'amministrazione continua a essere sorda di fronte alla richiesta di sospensione del nuovo contratto, adducendo come motivazione la bocciatura del referendum alla pre-intesa” afferma. “Una motivazione errata dal momento che un referendum non può abrogare una delibera di giunta”. Tutto è stato rimandato al 6 maggio: “Ci aspetta un'altra settimana con nidi e scuole nel caos. Ieri abbiamo presentato il nostro articolato”. Tra le proposte: “Valutare l'aumento di produttività non in termini di competizione individuale ma in base a quali percorsi collaborativi si riescono ad attivare”.

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