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Asili nido, da Campidoglio fiducia ai comunali: "E' schiaffo a settore privato e famiglie"

Critico il consigliere di Fratelli d'Italia in Regione Lazio, Fabrizio Santori: "Bando M5s riesce a scontentare tutti, danni economici e sociali inalcolabili"

La Giunta Capitolina ha detto sì alla delibera inerente le iscrizioni agli asilo nido della Capitale. I criteri definiti dall’amministrazione capitolina prevedono l’inserimento nell’Avviso Pubblico annuale del criterio di scelta obbligatoria, effettuata in sede di domanda di accesso al servizio, di massimo sei nidi di cui tre pubblici e tre in gestione indiretta stabilendo il principio di scelta prioritaria e obbligatoria degli asili nido capitolini (a gestione diretta, in finanza di progetto o in concessione). 

Scelte prioritarie da effettuare salvo il caso in cui la struttura privata convenzionata sia ubicata ad una distanza pari o inferiore a 300 metri secondo il percorso pedonale più breve dall’immobile di residenza del bambino. Discipline che altresì non riguarderanno - si legge nel documento di delibera - le domande presentate per i minori con disabilità, con fratello, o sorella, con disabilità, con fratello, o sorella, già iscritti per l’anno educativo 2017/2018 ad un asilo nido a gestione indiretta. Il Campidoglio dunque punta alle strutture comunali con le iscrizioni che prenderanno il via il prossimo 10 aprile. 

Ma c'è chi è già critico con il provvedimento. "Come sempre i grillini riescono a scontentare tutti, ma questa volta i danni sociali ed economici sul settore scolastico potrebbero essere incalcolabili" - ha scritto in una nota Fabrizio Santori, consigliere regionale del Lazio di Fratelli d'Italia, secondo cui il nuovo bando, che impone le prime 3 scelte di strutture pubbliche, penalizzerebbe tanto le famiglie quanto il settore privato convenzionato, "del quale - sottolinea - si mina l'occupazione di oltre 1500 dipendenti". 

"Un provvedimento vergognoso che potrebbe comportare anche un cambio degli equilibri familiari, già fortemente compromessi con la rivisitazione delle fasce ISEE, oltre che uno schiaffo al settore privato che con professionalità e costanza negli anni - ha concluso Santori - aveva creato le giuste sinergie con l'offerta pubblica, sanandone le efficienze soprattutto nelle periferie".


 

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