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Sabato, 20 Aprile 2024
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Arsenico: il Cdm proroga l'emergenza. Nel Lazio 83 i comuni interessati

A dicembre 2010 la richiesta dello stato di emergenza per l'arsenico nell'acqua. Ora la proroga fino al 31 dicembre 2012 per garantire la potabilizzazione

Il problema dell'arsenico nell'acqua sembra lontano dall'essere risolto, tant'è che il Cdm ha prorogato fino al 31 dicembre 2012 lo stato di emergenza. Stato di emergenza dichiarato il 17 dicembre 2010 in relazione alla concentrazione di arsenico, superiore ai limiti stabiliti dal decreto legislativo n. 31 del 2001, riscontrata nelle acque destinate all'uso umano di alcuni Comuni della Regione Lazio.

LA RICHIESTA DELLA REGIONE - L'assessore all'Ambiente della Regione Lazio Marco Mattei, soggetto attuatore dell'emergenza arsenico, il cui commissario è la presidente Renata Polverini spiega: “La proroga del commissariamento? L'abbiamo chiesta noi per terminare i lavori che stiamo facendo per portare tutta l'acqua dei Comuni del Lazio entro i livelli di arsenico previsti dall'Unione europea".

LA PROROGA - La proroga, si legge nel comunicato di Palazzo Chigi, "si è resa necessaria per garantire il completamento degli interventi di potabilizzazione di carattere straordinario e urgente approvati il 14 marzo 2011 e finalizzati a ricondurre le concentrazione di arsenico entro i limiti stabiliti dalla Commissione europea, oltre che a salvaguardare da possibili gravi rischi a interessi pubblici primari quali la salute e l'igiene pubblica".
"L'Ue - spiega l'assessore Mattei - ha fissato al 31 dicembre 2012 il limite inderogabile per poter erogare acque il cui contenuto di arsenico oscilla tra i 10 e i 20 microgrammi. Dopo quella data si potrà, senza alcuna eccezione, erogare solo acqua con un contenuto inferiore a 10 microgrammi"

83 COMUNI TRA ROMA, LATINA E VITERBO - In provincia di Roma e di Latina la concentrazione di arsenico nell'acqua corrente dovrebbe rientrare nei limiti di legge a breve, secondo la struttura guidata dal commissario all'emergenza, la governatrice del Lazio Renata Polverini. Nelle due province i comuni interessati sono 30 per circa 470 mila abitanti, in base agli ultimi dati. Il problema, per essere risolto, deve avere tempi più lungi invece in provincia di Viterbo: lì i comuni interessati sono ben 53 per circa 286 mila abitanti e ci vorrà più tempo per cause naturali e strutturali.

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