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Atac, approvato il bilancio 2013: perdite in aumento rispetto al 2012

Il buco per il 2013 è di 219 milioni di euro rispetto ai 156,7 milioni dell'anno precedente. Atac: "L'azienda proseguirà l'efficientamento"

Il Consiglio di amministrazione di Atac, presieduto da Roberto Grappelli, ha approvato il Bilancio 2013. La perdita di esercizio è di 219 milioni di euro rispetto ai 156,7 milioni dell'anno precedente. Aumentano invece di 18 milioni di euro i ricavi tariffari e si riduce il costo del personale di 5 milioni di euro e per servizi e materiali per 20 milioni di euro circa. Cala invece la 'produzione' di 11 milioni di euro a causa delle minori percorrenze di chilometri erogate sulla superficie, dovute in parte alle criticità finanziarie e alla forte esposizione nei confronti dei fornitori principali.

LE PERDITE – Come spiega Atac in un comunicato la perdita rispetto al 2012 è stata originata da fattori riconducibili alla gestione finanziaria e straordinaria, ed in particolare dalla crescita degli oneri finanziari netti, tra cui si segnalano 18 mln di interessi passivi per ritardati pagamenti verso fornitori, dalla svalutazione di poste di credito verso Roma Capitale volte a sanare definitivamente la riconciliazione contabile con l'azionista e garantire un maggiore grado di trasparenza in vista delle scadenze connesse al piano di rientro che Roma Capitale si accinge a predisporre, ed infine dall'effetto contabile negativo connesso alla transazione con la Gestione Commissariale, con il cui apporto di cassa la società ha potuto  fronteggiare le esigenze di copertura degli impegni, prevalentamente a favore dei fornitori essenziali.

I FINANZIAMENTI – Tale operazione, si legge nella nota, ha permesso di compensare le minori entrate finanziarie da Roma Capitale, entrate che nel periodo luglio- dicembre 2013 si sono ridotte in misura molto significativa per effetto delle modifiche apportate alla proroga del contratto di servizio. Nel corso del 2013 non essendosi ancora perfezionato il trasferimento da Regione Lazio a Roma capitale degli importi di recente definiti (100 mln), che appaiono comunque non congrui rispetto alla domanda di trasporto che l'azienda è chiamata a soddisfare, la gestione ha pesantemente risentito dei minori flussi di cassa pervenuti.

I COSTI NON RICORRENTI La perdita registrata nel 2013 si compone anche di costi “non ricorrenti”. 11 milioni di euro è il costo in più per il riconoscimento al personale della 'una tantum' erogata ai dipendenti per effetto dell’accordo Governo-Sindacati del dicembre 2012. La rimodulazione dell'indebitamento bancario è costata ad Atac 2,4 milioni di euro mentre il leasing finanziario per nuovi autobus è costato 2 milioni di euro. Leasing a cui la società ha dovuto ricorrere per sopperire alla assenza di contributi per nuovi investimenti.

INVERSIONE DI TENDENZA - Il CdA, inoltre, ha approvato il budget per l'esercizio 2014 che porterà nel corso dell'anno ad un miglioramento strutturale della gestione caratteristica e ad una inversione di segno del margine operativo lordo che è previsto diventare positivo per circa 20 milioni. La nota spiega che “l’azienda proseguirà la politica rigorosa di contenimento dei costi ed efficientamento dei ricavi che prevede ulteriori riduzioni del numero dei dirigenti, la ridefinizione della struttura retributiva, insieme alla già avviata razionalizzazione della rete di superficie, alla revisione selettiva dei costi esterni a favore dell'internalizzazione, all’intensificazione dei controlli, con il relativo e atteso aumento dei ricavi da mercato”.

COMMISSIONE BILANCIO– Il presidente della commissione capitolina Bilancio Alfredo Ferrari ha annunciato di voler convocare in una seduta della commissione Bilancio l'assessore alla Mobilità Guido Improta, l'amministratore delegato di Atac, Danilo Broggi, e il presidente, Roberto Grappelli, “per illustrare in modo chiaro e competente i risultati dell'esercizio 2013 ed esaminare insieme le possibilità di rilancio della società" ha spiegato. "Il contratto della municipalizzata, infatti, scadrà il 30 giugno ed è questo il momento per analizzare quali sono le potenzialità che Atac intende sviluppare con il nuovo piano industriale”.

D'AUSILIO –  Dati “preoccupanti” ma in partenza “molto critici” per il capogruppo del Partito democratico in Campidoglio Francesco D'Ausilio: “Vanno riconosciuti gli sforzi compiuti dal management anche se la situazione attuale impone uno sforzo straordinario. Riteniamo che la stesura del piano industriale e il conseguente rinnovo del contratto di servizio debbano essere l'occasione per l'efficientamento e il risanamento di Atac” scrive in una nota. Per D'Ausilio inoltre va ripreso il confronto con le organizzazioni sindacali.

PECIOLA – Anche per la presidente della commissione Mobilità Annamaria Cesaretti e per il capogruppo di Sel in Campidoglio Gianluca Peciola il “deficit dell'azienda, è un punto di partenza per il risanamento ristrutturale dell'azienda e quindi per il miglioramento del servizio di trasporto pubblico” scrivono in una nota. “E’ fondamentale per continuare l’opera di riorganizzazione dell’azienda individuare insieme con Regione, Governo e sindacati i punti per il rilancio del trasporto pubblico e le risorse necessarie”. I due consiglieri hanno ribadito “che è necessario provvedere al trasferimento diretto dei fondi per il Tpl da Governo a Roma Capitale”.

GHERA – Lancia l'allarme invece il capogruppo di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale Fabrizio Ghera secondo cui “quanto sta accadendo in Atac è preoccupante: il bilancio approvato segna una perdita di 220 milioni di euro, un buco che erode un terzo del capitale. Un deficit pesantissimo e decisamente più consistente degli anni passati, quando le perdite si fermavano intorno alla metà”. Per Ghera “i dati confermano la pessima gestione targata Marino che in un solo anno raddoppia i debiti, mentre la propaganda capitolina parla di 'risanamento', 'tagli' e 'sacrifici' che fino a oggi sono serviti solo come alibi per applicare lo spoil system e occupare militarmente le posizioni”.

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