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Ambulatorio oncologico al San Giovanni, Uil Fpl: "Attese inaccettabili per i pazienti"

Il segretario Mattei: "Riscontrate problematiche molto gravi"

"Attese inaccettabili per i pazienti oncologici prima delle terapie". La Uil Fpl di Roma e del Lazio accende i riflettori sull'ambulatorio oncologico dell'azienda ospedaliera San Giovanni Addolorata. A parlare in una nota è il segretario regionale Massimo Mattei: "Dopo attenti sopralluoghi e dopo esserci confrontati con i pazienti che si recano presso l’ambulatorio", spiega, "abbiamo riscontrato una serie di problematiche molto gravi, a partire dagli inaccettabili ritardi che gli utenti subiscono proprio nella somministrazione delle terapie". 

Mattei parla di "un organico certamente non adeguato a fronteggiare tutte le esigenze di un reparto cruciale, a partire dalla preparazione delle galeniche, operazione che in questo momento rappresenta una criticità non indifferente per il personale ambulatoriale, soprattutto pensando ai carichi di lavoro raddoppiati dopo la convenzione stipulata con il Policlinico Tor Vergata". Una convenzione che, si legge ancora nella nota "avrebbe previsto la preparazione delle galeniche anche per il Policlinico Tor Vergata al di fuori dell’orario di lavoro ordinario da svolgere presso l’Ambulatorio Oncologico dell’Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata". Cosa che, per il sindacato, "non accade" con "le galeniche che in entrambe le strutture vengono preparate durante il servizio ordinario". 

La replica dell'ospedale: "Servizio eccellenza"

A questo "dobbiamo aggiungere i rischi relativi alla sicurezza nell’espletamento di tale servizio, rischi peraltro rappresentati dalla UIL FPL direttamente al Dipartimento della prevenzione della ASL Rm1, e quelli concernenti una prossima ulteriore diminuzione della forza lavoro visto il termine, fissato per la fine del mese in corso, della convenzione con il Policlinico Militare Celio, che ha portato presso l’Ambulatorio Oncologico in questione 3 infermieri". 

Conclude Mattei: "E’ arrivato il momento di smetterla con atteggiamenti simili che si ripercuotono su lavoratori e pazienti. Vogliamo che l’Azienda e la Regione Lazio intervengano per fare in modo che l’utenza riceva assistenza in maniera dignitosa e che i lavoratori possano operare in condizioni migliori di quelle attuali. La sanità ha bisogno di fatti. E’ giunta l’ora che chi di dovere scenda in campo per risolvere un problema reale che affligge uno dei reparti più delicati di uno dei più noti nosocomi romani". 

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