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Che fine ha fatto Alfio Marchini?

Prima promessa, poi meteora, della politica romana, il costruttore 50enne che sfidò Virginia Raggi con la benedizione di Berlusconi è "sparito", o quasi

Si fatica a ricordare una sua dichiarazione in merito a un qualsivoglia tema che abbia interessato Roma negli ultimi due anni. Eppure dovrebbe sedere tra gli scranni dell'opposizione in Campidoglio, almeno per quel 10 per cento circa di romani che alle amministrative del 2016, comunque, lo ha votato. Che fine ha fatto Alfio Marchini? Il 50enne erede di una delle più famose imprese di costruzioni romane, promessa della politica cittadina nel 2013, sfidante della Raggi nel 2016 sotto il cappello di Silvio Berlusconi che forse lo penalizzò minandone il profilo civico, è quasi una meteora. 

In due anni di legislatura, il costruttore ha ridotto di due terzi le presenze in Aula capitolina. Avvistarlo nell'emiciclo di palazzo Senatorio è sempre più una rarità. Se infatti tra giugno e dicembre 2016 ha preso parte al Consiglio 13 volte su 33, una ogni tre, il numero scende nel 2017 con una ogni cinque (15 su 81) e una ogni 6 tra il 1 gennaio e il 31 maggio, con solo 5 consigli su 36. Alla buvette del Campidoglio chiunque commenta allo stesso modo: "Non si vede quasi mai. Viene giusto per non decadere". Già, il regolamento dell'aula prevede che i consiglieri decadano se assenti per dieci sedute di seguito. Non è il suo caso, perché un passaggio tra gli scranni comunque lo fa, in tempo utile per restare in carica. 

Contattato da RomaToday non risponde alle telefonate. Mentre commenta Alessandro Onorato, l'altro esponente eletto con la lista del cuore spezzato. Lui in Consiglio non manca quasi mai. Ma difende il compagno di banco che non c'è. "Il problema è un altro: i consigli comunali sono diventati una farsa. Si votano solo mozioni, atti di indirizzo politico, il governo di Roma, quel poco che è rimasto di una città allo sbando, si svolge tutto solo in giunta". E comunque, "la stessa Raggi non viene mai. E neanche Giachetti, Meloni, Fassina, politici di professione". Vero, le presenze dei parlamentari ex candidati sono poco più alte di quelle di Marchini, ma loro hanno rinunciato al gettone di presenza. "Anche Marchini non lo prende mai" dice Onorato. Sarà, ma nei dati forniti dall'amministrazione la cifra (per esempio i 387 euro nei primi tre mesi del 2018) risulta corrisposta. Certo, ribatte Onorato con un'ulteriore puntualizzazione, "si sarebbero potuti dimettere", facendo spazio magari a consiglieri più "liberi", attivi e disponibili ad amministrare davvero la città.


 

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