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Albano: si infiamma lo scontro politico sull'inceneritore

Dopo il pronunciamento del Tar che ha rinviato a marzo le decisioni sui ricorsi contro l'inceneritore di Albano, si accende lo scontro politico alimentato dalla richiesta di sospensione in autotela dell'autorizzazione alla costruzione dell'impianto richiesta da Bruno Astorre e Carlo Ponzo

L'inceneritore  di Albano è tornato al centro delle polemiche politiche visto anche il clima elettorale che circonda l'argomento. Ad aprire la bagarre politica la decisione del Tar di rinviare al 24 marzo, a ridosso delle elezioni regionali e comunali, il giudizio sui ricorsi  contro l'impianto presentanti dai comitati.

La decisione del Tar ha spinto il Presidente del Consiglio Regionale del Lazio Bruno Astorre e il Presidente della Commissione Bilancio Carlo Ponzo ad inviare al Vice Presidente della Regione Esterino Montino una lettere che chiedere  “sospendere in via cautelativa l’iter autorizzativo inerente il gassificatore di Albano sino al pronunciamento definitivo del Tar”.

Un atto di autotutela dell'amministrazione regionale, ma soprattutto come si legge dalla missiva “un atto opportuno e che aiuterebbe il confronto con le comunità locali come richiesto dai Sindaci del territorio”. Sottolineando che è ancora pendente un’indagine conoscitiva della Commissione Ambiente della Pisana che sta ancora valutando tutte le questioni sollevate dai comitati locali che si oppongono alla realizzazione dell’infrastruttura per lo smaltimento dei rifiuti, anche l’assessore regionale all’Ambiente Filippo Zaratti ha giudicato opportuno che la Regione agisca in autotutela” sospendendo il proprio via libera.

Alcuni dirigenti regionali del Partito Democratico come l'ex consigliere regionali Tonino D'Annibale hanno avanzato la proposta  di sottoporre a referendum di iniziativa popolare “la decisione sulla realizzazione o meno di un impianto sulla cui opportunità gravano più di una questione”.

Già in Regione si preparano possibili comitato promotori per il No e per il Sì, tra cui il consigliere PDL Donato Robilotta, che dichiara: "Se il partito democratico accettasse la sfida lanciata dal collega D’Annibale e guidasse il comitato per il no all’impianto di Albano, sono pronto già da subito a costituire il comitato per il sì ad un eventuale referendum. Sono sicuro che in questa battaglia - aggiunge - avrò al mio fianco molti esponenti politici del territorio, a partire dallo stesso sindaco di Albano, Marco Mattei”.

Intanto Esterino Montino in tutta la bagarre si è dichiarato impossibilitato ad emanare l'atto richiesto dell'autotutela perché non rientrante nell'ordinaria amministrazione, ma  la sospensione in autotutela dell’Autorizzazione Integrata Ambientale del gassificatore di Albano può essere fatta con un atto amministrativo, dal momento che l’AIA è stata rilasciata con Determinazione B3694 lo scorso 13 agosto. Non serve tecnicamente nessun procedimento legislativo straordinario, come afferma il vice Presidente della Giunta Montino.

Claudio Fiorani del coordinamento Regionale di Sinistra e Libertà auspica la sospensione dell'autorizzazione: “La sospensione dell’AIA è dunque possibile ed auspicabile come emerge dalle numerose dichiarazioni di autorevoli esponenti della maggioranza regionale. I cittadini e le comunità locali, da sempre contrarie alla realizzazione di questo impianto, hanno da tempo chiesto di aprire un confronto nel merito, convinti che l’iter autorizzativo seguito fosse gravato da forti profili di illegittimità.”

Lo scontro politico sull'inceneritore è appena iniziato e le elezioni in vista lo alimenteranno anche nei prossimi mesi.

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