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Daspo urbano e presidi fissi di sicurezza: la ricetta della Regione contro le aggressioni negli ospedali

L'Assessore alla Sanità e l'Integrazione Sociosanitaria della Regione Lazio, Alessio D'Amato: "Stiamo parlando di un tema di ordine pubblico. Ho scritto a tutti i Prefetti"

Ripristinare i posti di pubblica sicurezza all'interno degli ospedali e prendere provvedimenti di allontanamento, un 'daspo urbano', per quei soggetti che in maniera reiterata compiono atti di violenza nei confronti del personale sanitario. E' questa la ricetta, secondo la Regione Lazio, per eliminare il problema delle aggressioni nei confronti del personale sanitario.

Le due proposte sono state rilanciate anche ieri in un'intervista al TgCom dall'assessore alla Sanità e Integrazione sociosanitaria della Pisana Alessio D'Amato: "Stiamo parlando di un tema di ordine pubblico. Gli aggressori sono soggetti già noti e che si ripetono nel tempo. Chiediamo una collaborazione affinché sia ripristinato un clima sereno, che permetta agli operatori di lavorare in piena sicurezza. I dati ci indicano un aumento delle aggressioni denunciate soprattutto nei pronto soccorso che ormai sono l'unico presidio dello Stato che rimane aperto al pubblico nell'arco delle 24 ore".

La Regione già ad inizio ad agosto aveva scritto a tutti i prefetti del Lazio per renderli a conoscenza del problema. Che qualcosa bisogna fare, e al più presto, lo sostiene anche Giuseppe Simeone, consigliere regionale di Forza Italia e presidente della commissione Sanità, politiche sociali, integrazione sociosanitaria e welfare: "Alla luce dell'escalation di violenze registrate nelle ultime settimane sia nei grandi nosocomi della Capitale, come pure nelle piccole strutture di provincia, ho chiesto al presidente D'Amato la convocazione urgente dell'Osservatorio regionale sulla sicurezza degli operatori sanitari".

Simeone, in passato, ha già chiesto il miglioramento della fase dell'accoglienza nei Pronto Soccorso, e la presenza o l'implementazione della vigilanza nelle strutture ospedaliere, per dare adeguate garanzie di sicurezza agli operatori. "Occorrono a mio avviso azioni rapide e concrete che mirino a ridare prestigio e dignità alle professioni sanitarie, proteggendo e valorizzando il loro quotidiano indispensabile lavoro, al servizio, non va dimenticato, dei pazienti e di tutti i cittadini", aggiunge.

In attesa di una visita medica rompe la finestra dell'ospedale

Secondo gli ultimi dati di Inail sono in media tre al giorno le aggressioni denunciate in Italia dagli operatori sanitari. Soltanto nell'ultimo anno, le violenze denunciate ammontano a 1.200 casi, di cui 456 hanno riguardato gli addetti al pronto soccorso, 400 si sono verificati in corsia e 320 negli ambulatori.  

Nel frattempo gli episodi si susseguono. Il 25 agosto, al San Camillo, un 48enne romano ha minacciato e poi colpito con uno schiaffo al volto una infermiera, al momento libera dal servizio, che si trovava in compagnia di altre due colleghe che hanno assistito al fatto.

Ad inizio mese, invece, due medici del Policlinico Umberto I, in momenti diversi, sono stati aggrediti verbalmente e strattonati da pazienti che lamentavano tempi d'attesa troppo lunghi per essere visitati. Uno dei due professionisti ha riportato una contusione alla spalla guaribile in dieci giorni. A giugno, invece, un uomo aggredì un portantino sempre all'Umberto I. 

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