rotate-mobile
Politica

INTERVISTA | Caos affrancazioni, parlano i notai: "Presto un disegno di legge"

Intervista al notaio Francesco Gerbo componente del Consiglio notarile di Roma

Nel grande caos delle compravendite a prezzi di mercato delle case realizzate in edilizia agevolata sono stati tirati in causa più volte. “A firmare gli atti mi sono recato da un notaio” una delle frasi che più si sente ripetere dai cittadini coinvolti nella vicenda, a garanzia di regolarità del proprio operato. Nel 2015, però, una sentenza della Cassazione a Sezioni Unite ha affermato che il prezzo di tutte queste compravendite sarebbe dovuto rimanere ‘agevolato’. L’unico modo per ‘liberare’ l’immobile da tale vincolo, afferma ancora la sentenza, è quello di versare all’amministrazione una somma per la cosiddetta ‘affrancazione’. l’effetto è quello di un terremoto: seconde e terze compravendite bloccate, uffici capitolini intasati da oltre tremila richieste e una valanga di ricorsi da parte degli acquirenti che hanno chiesto ai venditori di restituire la differenza tra il prezzo convenzionato e quello di mercato. Romatoday ha intervistato il notaio Francesco Gerbo componente del Consiglio notarile di Roma.

Come si è arrivati a questo punto?

Siamo di fronte ad un quadro normativo complesso che ha generato una situazione insostenibile. Prima della sentenza della Cassazione a Sezioni Unite del 2015 l’orientamento della giurisprudenza e della dottrina era diverso e anche l’azione del notariato si iscriveva dentro a quel quadro. Poi la Cassazione ha ritenuto di esprimersi diversamente generando un'altra giurisprudenza. Ancora oggi siamo di fronte ad un orientamento difforme. Mi riferisco ad un’ordinanza del Tribunale di Roma dell’aprile del 2018 che la vede diversamente. È una situazione complicata che sta portando anche a qualche eccesso. 

Qualcuno parla di ‘speculazione inversa’. Lei è d’accordo?

Purtroppo stiamo assistendo anche a situazioni di abuso: da una parte l’acquirente può chiedere la restituzione della differenza tra la somma versata e quella definita dal prezzo massimo di cessione, che spesso supera le centinaia di migliaia di euro, dall’altra con dieci o venti mila euro di affrancazione può rivendere a prezzo di mercato. Non dico che sia una pratica diffusa ma c’è il serio pericolo di un’ingiustificata speculazione. 

Come se ne esce?

Oggi la giurisprudenza è stata investita da un numero consistente di cause, vedremo come si orienterà. Quello che serve è però chiarezza a livello normativo. Un quadro del genere è ingestibile e presta il fianco ad abusi. Serve un lavoro di semplificazione e noi notai abbiamo offerto disponibilità a collaborare. 

Qual è il passo concreto che si auspica?

Stiamo lavorando ad un disegno di legge che semplifichi tutta quella serie di norme che si sono sovrapposte nel tempo senza abrogare le precedenti. Una stratificazione normativa che ha generato una divergenza di punti di vista nell’ambito della dottrina e della giurisprudenza. Ecco perché il notariato si auspica un disegno normativo che faccia chiarezza. Dobbiamo metterci al tavolo con le parti sociali e gli enti locali. È un problema diffuso in tutta Italia anche se è particolarmente sentito a Roma. 

Per un intervento legislativo serve l’intervento del Governo. Sono già iniziati i contatti con il nuovo esecutivo?

Il nuovo Governo si è appena insediato, le nomine dei sottosegretari sono di questi giorni. Noi siamo a disposizione e sollecitiamo un incontro. Ricordo che il discorso deve partire da Comune e Regione che devono interessare il Governo. 

Secondo lei il Comune fino ad oggi è stato abbastanza incisivo o serve un cambio di passo?

L’invito a un cambio di passo va rivolto a tutti, notai compresi. È necessario attivarsi per risolvere il problema. Certo il passaggio dalla vecchia alla nuova legislatura non ha aiutato ma adesso che si è formato il Governo speriamo di lavorare per arrivare presto ad una soluzione.  

Anche nelle aule dei tribunali, travolti da un’ondata di ricorsi, sembra si sia entrati in una fase di attesa verso una mossa che possa chiarire il quadro normativo. Possiamo dire che siamo di fronte ad una situazione urgente?

È urgente. Per questo il notariato ha messo a disposizione la propria opera gratuita per stipulare le nuove convenzioni e accelerare le affrancazioni. Chiediamo solo l’ammontare delle spese ma lavoriamo senza onorari. Siamo consapevoli che il disagio più grande lo sta soffrendo la cittadinanza: un potenziale numero di casi che oscilla tra i 230 mila e i 280 mila. Sono numeri enormi e preoccupanti. 

Torniamo alle compravendite. Quanto hanno pesato i cosiddetti ‘nulla osta’ emessi dagli uffici capitolini sull’orientamento dei notai?

Diciamo che nessuno più del Comune poteva avere la situazione più chiara. Abbiamo fatto affidamento su dichiarazioni della pubblica amministrazione. Comunque oggi anche l’amministrazione di Roma Capitale si è messa a disposizione per cercare di risolvere la situazione. Abbiamo lavorato a diversi tavoli e incontrato l’assessore Montuori (assessore all’Urbanistica, ndr) che ha messo in campo anche una task force nel tentativo di risolvere la situazione. Il tema è delicato, la conflittualità potenziale che ne può derivare è enorme. 

Oltre al 2015 c’è un’altra data cruciale in questa vicenda. Il 2011, anno in cui con il decreto legge 70 viene introdotta l’affrancazione. Parliamo della possibilità di ‘liberare’ dal prezzo vincolato immobili che, nella pratica, lo erano già. Guardando all’intera catena di responsabilità di queste compravendite, dall’amministrazione ai notai, non c’erano proprio elementi per prevedere quanto accaduto?

Posso assicurare di no. Mi occupo di questo settore fin dalla legge 865 del 71 che introdotto l’edilizia agevolata. Fino alla sentenza della Cassazione il problema non si è posto, i comuni rilasciavano i nulla osta, la giurisprudenza e la dottrina erano allineate. Poi è arrivata la sentenza della Cassazione. A quel punto è stato necessario uniformarsi. 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

INTERVISTA | Caos affrancazioni, parlano i notai: "Presto un disegno di legge"

RomaToday è in caricamento