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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Guerra agli affitti in nero con il 'mini-canone': una sentenza tutela gli inquilini che denunciano

Se il proprietario non registra il contratto è da considerarsi nullo e l'inquilino, entro sei mesi dalla riconsegna dell'immobile locato, può richiedere la restituzione delle somme indebitamente versate

La Corte Costituzionale ha respinto i ricorsi dei proprietari di abitazioni contro l'articolo 13 comma 5 della legge 431 del 1998 introdotto dalla legge di stabilità del 2016. La notizia risale al 13 aprile scorso e dietro il linguaggio freddo dei numeri e della burocrazia c'è un "risultato importantissimo" nella lotta contro i canoni neri e l'evasione fiscale in tema di affitti. A darne comunicazione è il sindacato Unione Inquilini che che da oltre sei anni ha avviato una campagna contro questo, diffusissimo, fenomeno. "Tale sentenza (la numero 87/2017, ndr) rafforza ulteriormente quanto sancito con la modifica della legge" il commento di Massimo Pasquini, segretario nazionale di Unione Inquilini. "Possiamo affermare che oggi per gli inquilini che non vogliono stare in abitazioni con affitti in nero esistono tutte le tutele per evitarlo". 

L'articolo che ha sollevato la reazione dei proprietari affida agli inquilini un'arma importante contro gli affitti in nero. In primis sancisce che la registrazione del contratto spetta al proprietario. Se ciò non avviene nei tempi stabiliti, entro 30 giorni, il contratto è nullo e l'inquilino, entro sei mesi dalla riconsegna dell'immobile locato, può richiedere la restituzione delle somme indebitamente versate. Il compito di determinare il canone dovuto spetta al giudice. La somma, prevede l'articolo oggetto di controversia, non può eccedere quello del valore minimo definito dagli accordi locali sui canoni agevolati. L'autorità giudiziaria stabilisce la restituzione delle somme eventualmente eccedenti. "Per quanto riguarda Roma" spiega Pasquini "l'ultimo accordo è stato firmato nel 2004 e oscilla tra i 2 e i 5 euro al metro quadro".

ECCO CHI PUO' PAGARE I 'MICRO-CANONI'

Una buona notizia anche per le decine di migliaia di inquilini, "circa 2 mila solo a Roma", che tra il 2011 e il 2015 hanno deciso di avanzare denuncia avendo così diritto a un canone annuo pari a tre volte la rendita catastale, quale indennità di occupazione per alloggi affittati senza contratto registrato. Un provvedimento contenuto nel decreto legislativo 211 del 2011, art, 3 commi 8 e 9. Il decreto venne dichiarato incostituzionale per eccesso di delega. Ma per Pasquini "l'ultima sentenza della Corte Costituzionale dichiara in maniera inequivocabile che queste famiglie devono ottenere le riduzioni". 

La sentenza della Corte Costituzionale del 13 aprile 2017 ha dichiarato non fondata la questione di legittimità costituzionale sollevata dai proprietari di immobili. All'udienza pubblica ha partecipato anche l'Unione Inquilini che ha presentato una memoria attraverso l'avvocato Guido Lanciano dell'Ufficio legale nazionale del sindacato. "Una vittoria vera che abbiamo conseguito dopo sei anni di una campagna martellante da noi promossa tesa a sconfiggere la piaga dei canoni neri che affliggono e opprimono, in particolare studenti universitari ma anche lavoratori in mobilità, e migranti".

I dati sono impietosi. Sia a livello nazionale, sia romano. I numeri forniti dalle CGIA (Associazione Artigiani Piccole Imprese Mestre) di Mestre e dalla Banca d'Italia parlano di almeno 950.000 unità immobiliari affittate a canoni neri, di 5 miliardi di euro non dichiarati e una evasione di 1,5 miliardi di Irpef da parte di proprietari furbini". Non solo. "Nell'ottobre del 2016 l'Agenzia delle Entrate ha avviato un accertamento sulle dichiarazioni dei redditi di 60 mila proprietari in merito al 2012 sui redditi relativi al 2011". Anche la Capitale non è esente. Le stime parlano di "circa 80 mila studenti fuori sede. Di questi solo un migliaio ricevono un contributo all'affitto e altrettanti vivono in appositi studentati. Calcoliamo che circa 30 mila appartamenti sono affittati in nero a studenti. E da questo calcolo sono esenti famiglie o gli immigrati. In totale, decine di migliaia di persone che vivono in queste condizioni. Ora, dopo sei anni di battaglie, abbiamo un'ulteriore, importante, conferma che esiste una possibilità di intervento concreta per uscire da questa situazione". 

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