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"Noi rimaste senza dignità". Protestano le addette alle mense sospese e senza cassa integrazione

In 2mila da marzo non percepiscono alcuna retribuzione, sit-in in Campidoglio: “No a sospensione contratto, Raggi ci ascolti”

Da una parte la cassa integrazione chiesta a marzo e non ancora arrivata, dall’altra la preoccupazione per il reddito dei mesi estivi durante i quali i loro contratti sono sospesi: è crisi profonda per gli addetti alle mense scolastiche di Roma.

Addette mense scolastiche: in 2mila senza stipendio

Solo quattro aziende delle quindici che si occupano della refezione nelle scuole della Capitale hanno deciso di anticipare il pagamento del Fondo d'Integrazione Salariale: così in città sono 2mila, tra cuoche e operatrici, ad essere rimaste senza retribuzione e con il timore di dover arrivare a settembre in queste condizioni.

Da qui la protesta in Campidoglio, con le addette alle mense scolastiche che si sono unite con cori e striscioni ai lavoratori della Multiservizi investiti da 270 licenziamenti.

Le addette mensa "sospese" protestano in Campidoglio

"La continuità scolastica dipende anche da noi" – hanno gridato sotto al Campidoglio. "A tutt'oggi la nostra categoria che è stata messa in Fis non ha ricevuto nulla, non si sa quando arriverà e non sappiamo neppure se potremmo essere inserite nelle seconde nove settimane di Fis, perché il nostro contratto – ha detto all’agenzia DIRE Anna Bondi, una delle operatrici - prevede una sospensione a giugno fino alla riapertura delle scuole”.

Le addette alle mense scolastiche chiedono che per quest'anno la sospensione del contratti non ci sia e che “il Fis venga garantito anche nei prossimi mesi non con la riapertura delle scuole, ma con quello delle a mense scolastiche perchè – ha aggiunto un'altra operatrice, Annalisa Di Corato - viviamo di questo stipendio".

Coronavirus, addette alle mense “sospese e dimenticate”: in 2mila senza reddito

Accanto ai duemila delle mense anche il sindacato. “Si tratta di addette e addetti spesso monoreddito. Queste persone sono rimaste senza soldi dai primi di marzo e hanno prospettive future incerte. Dietro a ogni numero – ha sottolineato il segretario generale della Fisascat-CISL di Roma Capitale e Rieti, Stefano Diociaiuti - c’è una persona e una famiglia, che in questo momento è senza alcuna risorsa e risposta: le loro preoccupazioni sono sacrosante, e la loro voce deve assolutamente essere ascoltata”.

"Noi addette mensa rimaste senza dignità"

A preoccupare anche l’incertezza sulla riapertura delle scuole e delle stesse mense. "Come si può pensare che queste lavoratrici possano far fronte a scadenze, pagamenti e bollette? Si tratta di un quadro disperante e che riguarda troppe persone, va fatto tutto il possibile per trovare delle soluzioni”.

E mentre il Campidoglio ha convocato le parti sociali ad una video conferenza per fare il punto sulla sospensione dei servizi educativi per l’infanzia per emergenza Covid 19 e sulla refezione scolastica, addetti e addette alle mense lanciano un messaggio al premier Conte e alla sindaca Raggi: “Non siamo arrabbiate ma ferite, siamo stanche di dare e non ricevere, di aspettare qualcosa che non arriva”; “E’ dal 5 marzo che non vediamo un euro, siamo arrivate al punto di dover elemosinare i nostri soldi: quelli che con tanta fatica abbiamo versato nelle casse dell’Inps. Siamo rimaste - dicono - senza Fis, senza certezze e senza dignità”. 
 

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