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Acea, Legambiente: "La legge del Referendum è l'unica che Alemanno deve rispettare"

Legambiente, in merito alla vendita delle quote comunali di Acea, ribadisce la necessità di rispettare l'esito del referendum. "Non si può cedere il controllo di Acea ai privati come se erogasse un servizio qualsiasi"

La vendita di Acea è al centro del dibattito che ha visto confrontarsi Legambiente da un alto e i consiglieri comunali e i rappresentanti dei Municipi dall'altro. “Stop alla vendita di Acea e dei servizi pubblici della Capitale”: è questo il titolo dell'incontro di questa mattina presso la sala dei Gruppi consiliari, in via delle Vergini. Legambiente ha promosso l'appuntamento mentre l'Assemblea capitolina sta discutendo il bilancio di Roma Capitale, nel quale è prevista la vendita di una quota comunale del 21% della società che gestisce l'acqua nella Capitale e la costituzione di una holding per tutti gli altri servizi pubblici locali quali trasporti, rifiuti, cultura, anche in questo caso con l'obiettivo esplicito di una futura cessione di quote ai privati. L'associazione ambientalista, per bocca del presidente Lorenzo Parlati e della direttrice, Cristiana Avenali, ricorda come l'acqua sia "un bene essenziale per vivere", per questo "non si può cedere il controllo di Acea ai privati come se erogasse un servizio qualsiasi, non c'è nessun obbligo di legge che lo preveda, anzi - ricordano Parlati e Avenali - le norme dicono chiaramente il contrario per rispondere alla volontà espressa dai cittadini con il voto di pochi mesi fa, la legge del referendum è l'unica che davvero il Sindaco deve rispettare. Già negli scorsi anni, l'ingresso dei privati in Acea non ha evidenziato benefici, anzi sono diminuiti gli investimenti programmati e realizzati dalla società e la gestione dell'acquedotto è la peggiore in Italia per le perdite di rete per chilometro". Legambiente non ha dubbi: "Altro che privatizzazione, Acea deve tornare totalmente in mano pubblica, serve una discussione vera, al di là delle logiche di partito.”

Secondo Maurizio Gubbiotti, coordinatore della segreteria nazionale di Legambiente, occorre fare “attenzione alle ripercussioni che avrebbe la vendita di Acea nelle altre parti d'Italia dove la società gestisce importanti servizi idrici . Negli scorsi anni - avverte - le logiche dei privati hanno già spinto l'azienda in avventure assurde, come quella della telefonia che ha comportato seri danni o quella del gas per la quale quale è in corso un arbitrato. Per un servizio pubblico come questo va ascoltata la volontà degli italiani espressa nei referendum e imboccata la strada di una nuova gestione pubblica e partecipata. E' questa la direzione nella quale stanno andando i movimenti in tutto il mondo e già scelta da alcune importanti realtà municipali come Parigi, sarebbe assurdo che Roma privatizzasse”.

All'incontro sono intervenuti, tra gli altri: Umberto Marroni (capogruppo Pd), Paolo Masini (Pd), Dario Nanni (Pd), Salvatore Vigna (Api), Alessandro Moriconi, assessore Ambiente del Municipio VII; Sandro Medici, presidente del Municipio X; Alfonso Perrotta, del Comitato Romano Acqua Pubblica; Roberto Scacchi, responsabile acqua di Legambiente Lazio.

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