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Atac, firmato accordo con i sindacati: "Meno dirigenti e più controllori"

Punti forti dell'accordo, firmato da Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Fna, il ridimensionamento dei dirigenti e dei loro livelli retributivi e l'aumento del numero di controllori. Sul piatto anche assunzioni e reinternalizzazioni

L'accordo c'è, e anche la firma. Di ieri sera la sottoscrizione dell'intesa tra Atac e sindacati (Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Fna), attuazione delle linee di indirizzo già previste dal Patto per il rilancio di Atac discusso il 6 novembre in Comune.

L'ACCORDO - Punti forti dell'accordo il ridimensionamento dei dirigenti e dei loro livelli retributivi e l'aumento del numero di controllori. Ma si parla anche di reinternalizzazione delle società esterne, Org (Officina Grandi Riparazioni) e Atac Patrimonio, di eliminazione dei cosiddetti 'superminimi' e di assunzioni a tempo determinato degli autisti. 

LE PROTESTE - Tutte cause scatenanti delle accese proteste che hanno animato il Campidoglio nelle scorse settimane, con autisti inferociti che hanno urlato chiaramente in piazza la necessità di una vera e propria rivoluzione del servizio trasportistico. Per l'utenza e per i dipendenti.   
 
"SODDISFATTI MA VIGILEREMO" - L'accordo raggiunto - dichiarano le sigle sindacali a mezzo stampa - ben esprime e sintetizza un ritrovato clima costruttivo e propositivo nel rapporto tra Azienda e Organizzazioni Sindacali che favorirà il rilancio di Atac, anche attraverso il confronto sul nuovo piano industriale 2014/2019, il cui avvio e' previsto per il prossimo mese".

Soddisfazione dai sindacati, che però non hanno alcuna intenzione di abbassare la guardia. Determinanti per la risoluzione delle criticità rilevate da settimane saranno i prossimi incontri in Campidoglio, chiamato a dare risposte concrete.

"ORA SERVONO FATTI CONCRETI" - Ora la partita si sposta al Comune di Roma che richiamiamo al buonsenso e alla responsabilita. E' tempo di fatti. Fatti concreti. Nell'incontro del prossimo 6 dicembre con il sindaco pretenderemo certezze sull'in house di Atac, sul suo contratto di servizio fino al 2019 e sulle risorse economiche necessarie. Non accetteremo che a pagare siano ancora una volta lavoratori e cittadini". 

"L'attenzione - affermano i sindacalisti spiegando i contenuti dell'accordo - è stata focalizzata su questioni che abbiamo sempre posto e che, fino a ieri, non ci è mai stato possibile ne' affrontare ne' risolvere per responsabilità imputabili all' azienda. Tutte le criticità presenti nei settori operativi - nessuno escluso - saranno dibattute nel corso degli incontri che si terranno nei prossimi giorni. 

Interventi concreti sul dimensionamento numerico e remunerativo dei dirigenti, sull'eliminazione dei superminimi agli eletti, sulle reinternalizzazioni di lavorazioni date a terzi (Caf ad esempio) e sulla trasparenza e controllo sugli appalti e le consulenze, sono da intendersi - come da noi sempre sostenuto - misure necessarie tese al recupero di risorse economiche da investire in parte nella sicurezza dei settori operativi e in parte da destinare alle malandate casse aziendali nel difficile tentativo di risollevare l'azienda e dare prospettive migliori di quelle di oggi a tutti i suoi lavoratori". 

GLI AUTO ORGANIZZATI - Resta aperta la frattura sul fronte delle proteste. Ricordiamo che una parte di lavoratori è in aperta polemica con Atac sì ma anche con gli stessi sindacati, colpevoli di una linea troppo morbida con l'azienda. Sono i cosiddetti 'auto organizzati', guidati dall'autista Micaela Quintavalle, nati spontanemente con l'aiuto dei social network. E cresciuti fino ad assumere i connotati di un vero e proprio movimento.  

Il gruppo, lo scorso 4 novembre, ha protestato esercitando il diritto a rinunciare agli straordinari. Una forma di dissenso che sta prendendo sempre più piede, che minaccia di ripetersi sotto Natale, con il rischio del 40% in meno di bus in strada, e che non sembra placarsi con l'accordo di ieri. 

"NOI NON CI STIAMO" - "Loro, i sindacati, hanno firmato con l'azienda un bellissimo accordo. Ma secondo noi rimangono ancora solo parole. Noi stiamo alla finestra a guardare, terrorizzati che sopraggiunga il tramonto e nell'attesa che arrivi presto l'alba. La mobilitazione terminerà solo quando tutte le nostre richieste verranno soddisfatte, senza compromesso alcuno". Lo afferma la leader dei cosiddetti autisti autorganizzati di Roma Micaela Quintavalle. Quali richieste? Le ripete, ancora una volta. 

LE RICHIESTE - "Vogliamo che gli interinali firmino un contratto a tempo indeterminato, che ci consegnino altre 885 unità per il personale viaggiante, che sostituiscano le vetture indegne che circolano per Roma, soprattutto in periferia, senza garantire sicurezza. Dopodiché vogliamo lo sblocco degli scatti di anzianità e tutti gli arretrati che ancora ci devono, insomma vogliamo quello che è nostro. 

Altrimenti - lo ribadisce - la settimana prima di Natale paralizzeremo Roma nella maniera più legale possibile, garantendo solo il lavoro ordinario e rispettando alla lettera il codice della strada. Sempre le nostre scuse agli utenti". Poi il confronto con i colleghi di Genova. Anche il capoluogo ligure è alle prese con le proteste infuocate del settore trasporti e con l'incubo privatizzazione. 

"L'accordo che hanno fatto a Genova, secondo le notizie che ho ricevuto dai colleghi genovesi oggi, a mio avviso non rispetta la volontà dei lavoratori. I sindacati hanno appoggiato lo sciopero selvaggio di questi giorno solo per riacquistare la credibilità perduta, poi, alla prima occasione hanno voltato le spalle. Hanno ottenuto, secondo quanto mi è stato riferito, che non vi sarà privatizzazione solo per i prossimi 12 mesi - aggiunge Quintavalle -. A Roma noi abbiamo terrore della privatizzazione e qualora si affacciasse questa ipotesi saremmo pronti ad opporci in ogni modo, forse anche come hanno fatto a Genova".

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