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Bilancio magro e Mafia Capitale: l'accoglienza nella Roma di Marino è sempre più un calvario

I contratti di affitto scadono e il bilancio di previsione non prevede rinnovi. Il Campidoglio è costretto a chiudere centri e strutture. A decine fra rifugiati, transitanti e rom dei centri di raccolta che hanno dovuto, o dovranno, lasciare gli alloggi

Contratti e appalti scaduti non rinnovabili per ragioni di bilancio, affidamenti diretti irreplicabili con la tempesta giudiziaria in corso, il Campidoglio costretto a chiudere centri e strutture in una caccia nevrotica all'alloggio alternativo, e un circuito di accoglienza della città che tira a campare. E' un quadro criticissimo quello che emerge nelle ultime ore dagli uffici di viale Manzoni. 

Transitanti, rifugiati, richiedenti asilo, rom dei centri di raccolta. A decine hanno dovuto, o dovranno, lasciare alloggi che il Campidoglio non può più permettersi di tenere in piedi. Martedì 30 giugno la dead line per contratti di affitto tecnicamente classificabili come debiti fuori bilancio, quelli assunti da un ente locale al di là degli stanziamenti previsti nel bilancio di previsione. 

LA TENSOSTRUTTURA DI TORMARANCIA - Tra questi abbiamo il tendone che ospitava profughi afghani dagli anni del governo Alemanno, tirato su per ospitare la tendopoli dell'ex area ferroviaria Ostiense e dato in gestione tramite procedura negoziata agli operatori della cooperativa Osa Mayor, al costo di 820 mila euro per 10 mesi. Ieri mattina è stato sgomberato. Sedici le persone trovate all'interno al momento della chiusura. "Tutti i soggetti fragili hanno trovato adeguata collocazione in altre strutture" ha assicurato Danese in serata, con una secca nota di replica al presidente dell'VIII municipio, Andrea Catarci, nel tentativo di stoppare la polemica su modalità e organizzazione dell'intervento.  

VIA SCORTICABOVE - In bilico anche il centro di accoglienza di via Scorticabove, nel cuore della Tiburtina Valley. Una struttura che ospita dal 2004 un centinaio di sudanesi trasferiti da insediamenti abusivi intorno alla stazione. Il Comune nell'anno 2014 ha speso per la gestione, data tramite affidamento diretto alla cooperativa Casa della Solidarietà, una cifra che oscilla intorno ai 520 mila euro. Doveva chiudere il 31 maggio, ma l'assessore Danese ha fatto slittare l'operazione di un mese. Il tempo è scaduto due giorni fa, a trattativa ancora aperta.

I CENTRI ROM - Costretti a lasciare l'abitazione anche i rom, un centinaio, di due dei sette centri di raccolta del territorio. Via San Cipirello (Borgata Finocchio), che ospita da aprile 2014 famiglie sgomberate da un insediamento abusivo di via Belmonte Castello, e via di Torre Morena, dove alloggiano sempre dal 2014 una quarantina di rom romeni sgomberati da Metropoliz, struttura occupata su via Prenestina. 

L'ex cartiera di via Salaria la soluzione proposta dall'assessorato, ma famiglie e associazioni hanno escluso l'opzione in maniera categorica. A metterlo subito in chiaro in un braccio di ferro tutt'ora in corso il presidente dell'associazione 21 Luglio: "Nessuno andrà in via Salaria perché quello è un posto non a norma, ci opporremmo in ogni modo".

FERRHOTEL "A COSTO ZERO" - E se il bilancio stretto tra piani di rientro e tagli alla spesa non lascia margine d'azione, l'assessorato difende le buone pratiche a costo zero messe in campo per fronteggiare l' emergenza. Il Ferrhotel di via Masaniello è stato consegnato ieri in comodato d'uso gratuito da Ferrovie dello Stato al Comune. Una palazzina a tre piani ex albergo dei ferrotranvieri che venivano da fuori città, a breve pronta per ospitare 100 immigrati transitanti, quelli a Roma solo di passaggio. Gli stessi che, chiuse le frontiere dell'Europa, hanno affollato la stazione Tiburtina e il centro Baobab impossibilitati a partire. 

Una soluzione approntata in tempi rapidi, che aspetta ancora un bando ma che dovrebbe essere pronta nell'arco di un mese, e soprattutto senza spese di affitto. Un esempio, rivendicato da viale Manzoni, per sottolineare lo sforzo di un lavoro svolto con budget all'osso. Difficile però che diventi la regola. 

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