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Acca Larenzia*, 31 anni dopo. Alemanno: “Intitolare strada a martiri”, Intervista a Rao

Sulla strage di Acca Larenzia abbiamo intervistato Rao, giornalista parlamentare che dice: “Dei militanti politici - adolescenti, pacifici e disarmati - furono falciati a raffica da un gruppo mai identificato di avversari politici. Dopo più di 30 anni, è giusto commemorarli”

L' intitolazione di via Acca Larenzia ai martiri della strage è una necessità”, ha affermato l'altro ieri il sindaco di Roma Gianni Alemanno, in occasione del 31esimo anniversario della strage di Acca Larenzia.

Alemanno ha depositato una corona di fiori per ognuno dei tre militanti del Fronte della Gioventù uccisi alle 18.20 del 7 gennaio 1978. Presente anche una corona di fiori dal Ministro della Gioventù, Giorgia Meloni.

La strage di Acca Larenzia fu, per Alemanno, la “palestra” delle Brigate rosse, che poi passarono “all'assalto contro lo Stato”. Ma non mancano le polemiche. Attraverso il suo blog, Francesco Storace, segretario nazionale de La Destra, ricorda: “Dodici mesi fa ci fu persino Fini, con una faccia tosta incredibile, ad una messa in suffragio dei martiri. Non aveva ancora svelato il proprio antifascismo”, commenta il leader della Destra, attaccando la presenza dei “dirigenti di An. “Non ce n'è bisogno, per favore, risparmiateci l'ipocrisia di questo nuovo antifascismo”.

“Da molti anni, c’è già una piazza intitolata ad un ragazzo (in quel caso di estrema sinistra) vittima della violenza di segno opposto (piazza Igea, ora piazza Walter Rossi, ndr.)”, commenta Nicola Rao, giornalista parlamentare per il Tg2, esperto di terrorismo nazionale e internazionale ed autore de “Il sangue e la celtica. Dalle vendette antipartigiane alla strategia della tensione. Storia armata del neofascismo”, uscito lo scorso ottobre. “E, dal momento che sono passati oltre 30 anni da quei fatti in cui, ricordiamolo, dei militanti politici - adolescenti, pacifici e disarmati - furono falciati a raffica da un gruppo mai identificato di avversari politici, credo proprio che sia giusto ricordarli”.
Non so se sarebbe stato possibile intitolare una via ai 'martiri' di Acca Larenzia, senza Alemanno sindaco

“Così come sarebbe giusto, intitolare una strada ad un altro caduto di quegli anni: l'autonomo Valerio Verbano, ucciso in casa da un commando, dell'estrema destra il 22 febbraio 1980” prosegue Rao. La madre del ragazzo, Carla Verbano, ha infatti invitato il sindaco all’anniversario della morte del figlio, il 22 febbraio. Invito che Alemanno ha accettato: “Accolgo con sincera deferenza l'invito della signora Carla sperando che questo non susciti una reazione negativa della sinistra”.

Il consigliere capitolino del Pd Paolo Masini non ci sta: “Uno dei momenti più importanti per questa città è stato pochi mesi fa l'abbraccio tra i familiari di Verbano e di Mattei”, ha dichiarato. “Proprio perché quell'abbraccio è stato il frutto di un percorso, troviamo sia una grossa forzatura fare una proposta del genere senza crearne le condizioni come è stato fatto dalle amministrazioni precedenti”.

“Non so se sarebbe stato possibile intitolare una via ai 'martiri' di Acca Larenzia, senza Alemanno sindaco”, dice Rao. “Ma non ha senso fare supposizioni o ipotesi su questi temi. Forse no, ma magari si, visto che il predecessore di Alemanno ha intitolato una via, all'interno del parco di Villa Chigi, all'ultimo caduto degli anni di piombo: quel Paolo Di Nella, militante del Fronte della Gioventu', peraltro amico fraterno proprio di Alemanno”, conclude il giornalista del Tg2.

* scriviamo Acca Larenzia e non come si legge spesso Acca Larentia come indicato dallo stesso Rao e come indicato dall'insegna della via e accanto all'ingresso di quella che è stata la sede dell'Msi

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