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Sabato, 20 Aprile 2024
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Acca Larentia, deposta corona e cambiata la targa: "Strage dell'odio comunista"

La celebrazione dei 'camerati' uccisi nel '78, Francesco Ciavatta, Franco Bigonzetti e Stafano Recchioni, si è tenuta questa mattina nell'ex sede dell'MSI. La nuova targa: "Colpa dell'odio comunista"

I camerati uccisi nel ’78, Francesco Ciavatta, Franco Bigonzetti e Stefano Recchioni, sono stati ricordati e celebrati questa mattina nella storica sede dell’MSI di via Acca larentia, nel quartiere Tuscolano. Non sono bastate quindi le molte polemiche che avevano preceduto questa manifestazione, su tutte quelle dell’Associazione dei Partigiani Italiani.

Per l’occasione è stata sostituita la targa precedentemente dedicata ai tre ragazzi, installata anni fa da Fini ed il suo gruppo, con una che ora recita: “Colpa dell'odio comunista e dei servi dello Stato” firmata da ‘i camerati’. Carlo Giannotta, responsabile della sede Autonoma, ha motivato questo cambio al Messaggero.it, affermando: “Fini e il suo gruppo, tra cui Gasparri e La Russa, fecero la promessa di una Italia migliore quando nel '78 misero la vecchia targa. Promessa poi non rispettata. Per questo noi l'abbiamo sostituita ed abbiamo specificato l'ideologia che ha assassinato quei tre ragazzi”.

Presente anche l’assessore Fabrizio Ghera che ha deposto una corona commemorativa, aggiungendo poi che, secondo lui, “Acca Larentia non fu uno scontro ma un attacco”. Il Presidente della Commissione capitolina Cultura Federico Mollicone ha poi aggiunto: “Questo è il modo della città per ricordare i tragici fatti del '78 e i ragazzi uccisi dal commando terrorista. Al di là di ogni polemica è importante che questo sia un momento unificante e che il loro ricordo viva. Acca Larentia non fu uno scontro ma un attacco”.

A ricordare l'episodio di 33 anni fa è stato anche il segretario nazionale de La Destra, Francesco Storace. "In questa Italia senza cuore capita persino di sentir polemizzare su chi non c'è più. E davvero pochi possono comprendere la portata morale di un dolore che si rinnova per una comunità intera il 7 gennaio di ogni anno, quando tutti noi pensiamo, chi con la presenza, chi con la mente e il cuore, a Franco Bigozetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni, trucidati barbaramente trentaquattro anni fa nell'eccidio romano di via Acca Larenzia. Io non riesco proprio a dimenticare quella giornata - continua Storace -. Vissi qualcosa di simile poco più di un anno dopo, nello stesso luogo, mentre affiggevo manifesti sopra la sezione, e per fortuna oggi lo posso raccontare. I Caduti del '78 hanno lasciato invece tutti noi nel rimpianto. Quei momenti ci appartengono e c'é un diritto a ritrovarsi a commemorare i propri ragazzi assassinati. Ma un antifascismo molto stupido punta ad impedirlo, quasi che la memoria possa essere sottratta".

E’ stato infine dipinto su un muro, accanto ad una bandiera nera ed ai tanti fiori deposti, un soldato romano ed una croce celtica.

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