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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica

"Ares 118 ha un debito di oltre 7 milioni. La Regione intervenga". L'appello della Croce Rossa

Personale che non riceve lo stipendio da aprile e spesso non riesce ad affrontare le spese per andare al lavoro. Sciopero il 17 luglio se non ci sarà un incontro urgente

Un debito di oltre 7 milioni di euro. E' quello di Ares 118 nei confronti del comitato provinciale della Croce Rossa. Come sottolineano il sindacato Nursind e Uilflp, tutto il personale Cri è entrato in stato di agitazione, che, in assenza di risposte e di un incontro urgente, convocherà una manifestazione sotto la sede della Regione Lazio per il 17 luglio.

La denuncia viene proprio dalla stessa Croce Rossa, per bocca del presidente Flavio Ronzi. Che ha sintetizzato così la situazione: "Il mancato pagamento delle rimesse mensili sta creando una situazione allarmante. In primo luogo, sta impedendo di pagare gli stipendi ai dipendenti, a cui l'ultima mensilità è stata corrisposta lo scorso aprile. Poi, mette a rischio anche la normale attività di approvvigionamento di farmaci e carburante, oltreché di tutti quei materiali e servizi necessari a rendere operativi i mezzi di soccorso".

Flavio Ronzi si è detto "molto vicino ai lavoratori". Da qui deriva il suo invito al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, a porre questa situazione tra gli argomenti prioritari e urgenti. "Qui è a rischio l'economia di intere famiglie di lavoratori e, se le ambulanze dovessero fermarsi, lo sarà anche quella dei romani - ha detto il presidente - Siamo di fronte ad una situazione ormai strutturale di ritardi nei pagamenti da parte di Ares 118 nei nostri confronti. Nonostante questo, fino ad oggi, abbiamo garantito il servizio di emergenza. Adesso, però, a molti dipendenti è impossibile sostenere le spese persino per raggiungere la sede di lavoro. Per parte nostra, abbiamo scongiurato l’interruzione di un pubblico servizio come è il 118, e vorremmo poter continuare a garantirlo. Non vorremmo, invece, che a Roma si stia creando una situazione tale per cui le ambulanze di Croce Rossa Italiana debbano restare parcheggiate senza benzina, con i lavoratori e le loro famiglie sul lastrico, magari per favorire al loro posto imprese private", ha concluso Ronzi.

Risposta della Regione affidata a una nota, che assomiglia più a una smentita: "Non c'è alcun rischio per i servizi di emergenza assicurati all’Ares da parte del Comitato provinciale della Croce Rossa. La rimessa per saldare i crediti è già stata determinata e i fondi arriveranno nei prossimi giorni. Questo problema non si sarebbe verificato se la Cri provinciale avesse aderito, a suo tempo, all’accordo sui pagamenti in vigore nella Regione Lazio. Utilizzato ormai dalla stragrande maggioranza dei fornitori, l'accordo liquida le fatture entro 60 giorni dall’emissione. L'adesione all'accordo ora è diventata più stringente per tutti i fornitori del sistema sanitario regionale e dunque siamo fiduciosi nell'adesione della Cri provinciale, così da evitare che in futuro si ripetano criticità di questo genere".

E il botta e risposta tra Croce Rossa e Regione si chiude con una nota della Cri Roma: "Siamo contenti che la Regione Lazio dica che stanno arrivando i fondi che aspettiamo da tempo e su cui si è determinata una situazione di grave crisi per i lavoratori e di possibile rischio per il servizio di emergenza, che stiamo garantendo con grande professionalità e uno sforzo notevole, ma il problema sui pagamenti a cui fa riferimento la Regione non è determinato da Croce Rossa di Roma ma da un divieto esplicito della Convenzione in essere con Ares. E' bene che su questo punto ci sia la massima chiarezza. In questo senso abbiamo già chiesto da mesi ad Ares di modificare l'articolo della Convenzione in modo da poter accedere all’accordo pagamenti per il 118 e il CEM. Siamo disponibili ma è bene che la Regione ci metta nella condizione di non soffrire ritardi che ormai sono strutturali e che hanno creato notevoli problemi ai lavoratori".

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