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Il servizio 060606 cambia appalto. Il Campidoglio assicura: "Non finirà in Albania"

Proteste dei lavoratori alla commissione Trasparenza di via delle Vergini preoccupati di perdere il posto di lavoro. In una nota però il Comune di Roma ha smentito gli "allarmismi"

Nessuna gara al “massimo ribasso”. Nessuna delocalizzazione in Albania. Il Comune di Roma interviene con un comunicato stampa sulla vicenda del nuovo bando per il servizio 060606, attivo dal 2002, gestito ancora per poco dalla società Almaviva ma che a breve passerà alla società calabrese Abramo Customere Care che ai primi di ottobre si è aggiudicata il bando di gara per la gestione del servizio. Proprio questa mattina decine di dipendenti di Almaviva, la società che ha in appalto la commessa, si sono riversati presso la commissione capitolina Trasparenza in via delle Vergini. “280 persone rischiano di perdere il posto” la denuncia. Ma sul punto il Campdidoglio precisa:“Sul bando nelle ultime settimane sono state dette molte cose infondate e non vere, che hanno generato inutili allarmismi e disorientato i lavoratori”.

LA PRECISAZIONE DEL COMUNE – Con la nota, di fronte alle continue proteste dei lavoratori, il Comune punta a fare chiarezza. “La gara espletata non è assolutamente al 'massimo ribasso', come più volte riportato dalla stampa e da alcune trasmissioni televisive, ma condotta con l'offerta 'economicamente più vantaggiosa', vale a dire che il punteggio tecnico e quello economico si compensano” riporta la nota. Falsa anche la notizia “secondo cui il servizio verrà dislocato in Albania”. Spiega Roma Capitale: “Nel bando Consip utilizzato è inserito uno specifico vincolo, e cioé che 'il fornitore deve garantire la presenza di almeno una sede operativa nel territorio italiano in cui ubicare gli operatori che erogano i servizi richiesti', e nello specifico tutte le società che hanno partecipato al bando hanno dichiarato sedi in Italia. La società risultata prima ha individuato due sedi nel territorio nazionale e, in particolare, la sede primaria a Roma”.

I LICENZIAMENTI - Infine una precisazione sui licenziamenti: per il Comune i lavoratori, avendo un contratto a tempo indeterminato, non si devono preoccupare nemmeno qualora Almaviva “non sia più la fornitrice del servizio a Roma Capitale”. Infine una precisazione sulla 'clausola sociale': “Non possiamo fare altro che rimandare alle leggi che regolamentano le gare europee, che non prevedono, per tale servizio, una clausola del genere. Inoltre, da un primo incontro con la società vincitrice (su cui si stanno espletando le verifiche di legge) è emersa la disponibilità ad assumere personale già formato che eventualmente dovesse essere licenziato dall'attuale Società che gestisce il Contact Center”.

LA PROTESTA DEI DIPENDENTI – Decine i lavoratori che questa mattina si sono riversati presso la commissione in via delle Vergini. “La gara è stata aggiudicata con un con un ribasso di oltre il 30%” hanno denunciato. Nel mirino anche l'assenza di una 'clausola sociale' che garantisca il posto di lavoro e  la delocalizzazione, poi smentita nel pomeriggio dal Campidoglio. "Siamo disperati". Hanno gridato in coro. Alcuni non reggono alla tensione e scoppiano a piangere. Una signora lasciando la sala ha urlato: "Noi siamo qui da quando è nato il call center, nessuno ci ha insegnato il mestiere, abbiamo imparato tutto da soli". E ancora: "Come si fa a delocalizzare un call center che si occupa della città di Roma in Paesi come l'Albania?".

IL DIPARTIMENTO COMUNICAZIONE - Qualche risposta e qualche rassicurazione prova a fornirli la direttrice del dipartimento Comunicazione, Rosaria Fattori, pur specificando che la questione "non dipende da noi visto che ci troviamo costretti a gestire le gare d'appalto come ci impone la legge nazionale, e questa non prevede l'obbligo di clausole sociali, ne il divieto di delocalizzazione". La direttrice Fattori ha tuttavia riferito di aver parlato "con i vertici di entrambe le società (Almaviva e Abramo, ndr)". La prima "ha dato rassicurazioni sulle intenzioni di non licenziare i lavoratori dello 060606". Anche perché "essendo una società con oltre 10mila dipendenti in tutta Italia, il licenziamento di centinaia di lavoratori - tutti con contratti a tempo indeterminato - solo perché è cambiata una commessa, gli procurerebbe qualche problema con il giudice del lavoro. Almaviva- ha spiegato ancora- ha sí perso questa gara, ma ne ha vinta un'altra molto più grande". Per quel che riguarda la società vincitrice invece "i vertici mi hanno rassicurato sul fatto che se dovessero esserci degli esuberi da Almaviva, questi verrebbero assunti dalla Abramo, e anche per quel che riguarda la delocalizzazione il rischio non dovrebbe esserci: la Abramo spa ha sedi a Roma e Crotone, non nell'est europeo".

LA COMMISSIONE Al vaglio della commissione presieduta da Giovanni Quarzo rimangono però una serie di dubbi da chiarire messi sul piatto dai lavoratori. “A quali condizioni verrebbero fatte le eventuali assunzioni? Con quali contratti? E chi ci garantisce che Almaviva non trovi comunque il modo di licenziare dal momento che molti di noi sono già in contratto di solidarietà?". A breve ci sarà infatti un incontro tra la commissione Trasparenza e la commissione giudicante il bando di gara "per approfondire la questione e capire se sono stati rispettati tutti i criteri di trasparenza". Infine, ha spiegato Quarzo "verrà convocato al più presto un tavolo tra sindacati, gruppi consiliari e assessorati competenti per inserire clausole di salvaguardia per i lavoratori nelle gare d'appalto”.

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