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Basf, i lavoratori in sciopero contro i licenziamenti

I Comitati di Case Rosse: “Chiudono un reparto tra i meno inquinanti dello stabilimento. Ed è quello che occupa più personale. Tutti si sarebbero aspettati che la Basf delocalizzasse l’inceneritore e non le lavorazioni meno pericolose"

Nuova puntata nella lotta infinita Basf e Comitati dei Cittadini di Case Rosse, Settecamini, Ponte di Nona. L’ex Engelhard di Roma ha comunicato alla RSU, la Rappresentanza Sindacale Unitaria, e ai lavoratori dello stabilimento di Via di Salone 245 un piano di ristrutturazione che prevede una riduzione del personale. “Verrà chiuso e delocalizzato un intero reparto che produce circa 4 milioni di pezzi l’anno di dispositivi catalitici per veicoli a motore e per elettrodomestici”, spiegano i Comitati.

La chiusura del reparto non convince: “E’ tra i meno inquinanti dello stabilimento ed è quello che occupa più personale trattandosi di lavoro di tipo manifatturiero. Gli altri reparti, compresi i forni dell’inceneritore, resteranno nell’attuale sito e subiranno una ristrutturazione”. Il piano prevede una riduzione del personale, i cui termini non sono stati ancora definiti. I sindacati hanno  indetto uno stato di agitazione dei lavoratori e una serie di scioperi articolati sui tre turni dei lavoratori.

I cittadini, insieme ai lavoratori della Tiburtina Valley, da anni denunciano che “l’azienda chimica è classificata dal Comune di Roma e dall’ASL RMB come “Industria insalubre di 1a classe”. E ventiquattro ore su 24, un inceneritore brucia ogni giorno circa 5 tonnellate di rifiuti tossici e nocivi. Il tutto in una zona ad alta densità di popolazione, e a pochi metri da un asilo nido.

  Tutti si sarebbero aspettati che la Basf delocalizzasse l’inceneritore e non le lavorazioni meno pericolose  
I Comitati riportano l’attenzione sulla nuova tecnologia sicura AquaCritox/AquaCat: una tecnologia senza emissioni, prevista dalla legge in sostituzione dell’inceneritore, chiamata in causa dagli stessi cittadini. E temono ora che la Provincia rinunci a imporla. “Queste decisioni della Basf non sono comprensibili alla vigilia della conclusione dell’istruttoria sulla nuova Autorizzazione Integrata Ambientale che potrebbe essere negata proprio all’inceneritore”. Già ad aprile, la ASL RMB ha espresso parere negativo all’Autorizzazione Integrata Ambientale, limitatamente all’inceneritore nel V Municipio.

“Tutti si sarebbero aspettati che la Basf delocalizzasse l’inceneritore e non le lavorazioni meno pericolose”. I cittadini ora temono che la Provincia, e cioè l’autorità competente per il rilascio dell’autorizzazione, “sia favorevole a concederla”. La stessa Provincia, in un recente documento, nel quale indica la mancanza di presupposti per negare l’autorizzazione, conclude che “il diniego potrà avere corso soltanto in presenza di un palese atto del Sindaco”. “In pratica la Provincia, facendo riferimento al parere negativo della ASL RMB, riconduce solo all’aspetto sanitario la decisione rimandandola al Sindaco di Roma, in qualità di Autorità Sanitaria locale”, spiegano i Comitati.

Inoltre – denunciano i cittadini della zone – la Provincia rinuncia a chiedere la Valutazione d’Impatto Ambientale (V.I.A.) che non è stata mai effettuata e “che è prevista invece, in questa occasione, da una sentenza del Consiglio di Stato”, precisano i cittadini del V municipio. “L’esito di questa V.I.A. porterebbe inequivocabilmente alla chiusura dell’inceneritore per incompatibilità ambientale”. Al Sindaco Gianni Alemanno, i Comitati hanno chiesto di esprimere parere negativo all’autorizzazione per l’inceneritore della Basf  “e, qualora non lo facesse la Provincia, di assumersi egli stesso la responsabilità di imporre la nuova tecnologia, AquaCritox/AquaCat, al posto dell’inceneritore”. In questi giorni i cittadini stanno inviando centinaia di fax al Presidente della Provincia, Luca Zingaretti, al Sindaco di Roma, al Ministero dell’Ambiente, al SISP (Servizio igiene e sanità pubblica) della ASL RMB e all’ARPA Lazio “per chiedere di partecipare alla prossima Conferenza dei servizi per il rilascio/diniego della Autorizzazione Integrata Ambientale e di esprimere il loro parere. Infatti nell’ultima riunione convocata dalla Provincia non si era presentato nessuno degli invitati”.

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