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Metro C: I cittadini non vogliono cantieri nel Parco della Pace

Oggi pomeriggio il Coordinamento residenti del I Municipio terrà un incontro per discutere delle perplessità sull'opera e sull'invisa cantierizzazione che dovrebbe riguardare l'intera area del Parco della Pace per 6 anni

I residenti del I Municipio dicono "No" alla cantierizzazione dell'area del Parco della Pace. A tal proposito, oggi pomeriggio il "Coordinamento residenti città storica" terrà un incontro nell'aula consiliare del I Municipio  per parlare della tratta centrale T3 della metro C che collegherà San Giovanni al Colosseo e delle perplessità sul progetto.

"Abbiamo due perplessità - ha spiegato il coordinatore del gruppo mobilità dei residenti città storica, Paolo Gelsomini - la prima di carattere urbanistico ovvero che viene a mancare quella rete che aveva giustificato la necessità della metro C. Il progetto della metro D si allontana sempre di più perché non ci sono finanziamenti e poi sono saltate alcune stazioni come quella di Torre Argentina, di piazza Pasquale Pauli. L'altra è invece di carattere geologico: ci potrebbe essere un cedimento differenziato dei terreni che potrebbe portare a soluzioni differenti da quelle del progetto e ad un conseguente aumento dei costi dei lavori".

L'assessore all'Urbanistica del I Municipio, Salvatore Alfano, é intervenuto sulla proposta di Roma Metropolitane di utilizzare, per 6 anni, tutta l'area del Parco della Pace per la cantieristica e la logistica. "Noi del Municipio abbiamo risposto di no. Inoltre - ha spiegato Alfano - le gallerie della profondità di 18 metri potrebbero creare disturbi ai residenti di via dei Normanni e via Annia. Per questo chiediamo di fare delle perizie statiche e degli interventi per mitigare l'impatto acustico e le vibrazioni per chi abita in quegli edifici".

Per il consigliere municipale, in quota Pdl, Marco Velloccia c'é "ottimismo e ferma volontà da parte dell'amministrazione comunale a non realizzare il cantiere nel Parco della Pace. Con gli ingegneri di Roma Metropolitana - ha aggiunto - abbiamo fatto sopralluoghi per verificare delle aree alternative quali il parco San Sebastiano o l'area antistante le Terme di Caracalla".

"Il progetto della tratta T3 - ha spiegato, infine, Nicola Scalzini di Italia Nostra - ha subito varianti così profonde che deve essere nuovamente valutato e deve essere fatto tenendo in considerazione il progetto fatto da Palazzo Chigi della metropolitana leggera. E' incredibile poi che ogni chilometro costerà 500 milioni di euro".
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