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Filippo Guardascione

Collaboratore e opinionista - RomaToday

Auto sempre più grandi, città sempre più piccole

I veicoli di nuova generazione continuano in una crescita dimensionale che riduce i parcheggi disponibili e peggiora le emissioni di microplastiche. Penalizzare le macchine troppo grandi sul modello francese

Se la crescita in lunghezza e larghezza delle automobili ha avuto un senso fino a qualche anno fa, oggi sta diventando un problema serio. Macchine più grandi si traducono in meno parcheggi a disposizione, difficoltà di accesso ai box e ai garage costruiti fino agli ’70 oltre a un peggioramento in termini ambientali. Si crea il paradosso di spingere a rottamare le auto più vecchie per ridurre l’emissione di CO2 e di sostituirle con vetture che per il loro peso e dimensione producono comunque molte polveri sottili e microplastiche. Più un veicolo è grande, maggiore sarà l’usura degli pneumatici che rilasceranno in atmosfera particelle inquinanti e dannose per la salute.

In una città come Roma il problema del gigantismo delle automobili è ancora più marcato. La gran parte dei quartieri fuori dalle Mura Aureliane è stata edificata tra il 1930 e il 1970 con autorimesse e box dimensionati per veicoli che raramente superavano la lunghezza di 4 metri e 30 centimetri. Negli anni ’60, la Citroen DS, la mitica francese conosciuta anche come “il ferro da stiro”, con i suoi 4,80 metri era considerata fuori misura al pari di berline blasonate come Lancia Flaminia (4,85 metri) o Mercedes W108 (4,90). Ma la grande maggioranza delle auto guidate dagli italiani fino agli anni ’90 rientrava nei quattro metri di lunghezza. I veicoli appartenenti ai segmenti B e C, da sempre i più diffusi, erano assai più piccoli di quelli che li hanno sostituiti. Così una Renault Clio prima generazione era lunga 3,70 metri, mentre una Clio acquistata oggi eccede i 4 metri. Una Panda negli anni ’90 si fermava a 3,41 metri, quella in produzione oggi sfiora i 3,70. Se la crescita fino a un certo punto è stata giustificata dalle migliorie legate alla sicurezza e alle nuove tecnologie, oggi è diventata un vezzo dei produttori che tentano di blandire il cliente che vuole offrire un’immagine di sé alla guida di mezzi sempre più imponenti. Né è possibile per alcuni acquistare vetture di segmento inferiore: basti pensare alle famiglie numerose o a chi usa l’auto in modo promiscuo per trasportare materiali da lavoro. Costoro sono costretti a restare nello stesso segmento ma si troveranno alla guida di veicoli più lunghi e più larghi.

Se l’auto non entra più nel box la si lascia fuori, peggiorando la situazione dei parcheggi. Inoltre nel tratto di strada dove prima ci stavano dieci veicoli, adesso ce ne staranno otto o sette. L’impatto su una città come Roma che conta 64 auto ogni 100 abitanti è pesante tanto più che le macchine dei nostri giorni sono causa di maggior usura delle strade per via del peso incrementato. La Golf IV serie costruita fino al 2004 pesava 1232 kg, la Golf VIII Gte in produzione oggi, raggiunge i 1549 kg. Se il passaggio all’elettrico costringe all’obesità per la presenza delle batterie, sarebbe opportuno che almeno i produttori più popolari interrompessero questa crescita dimensionale in larghezza e lunghezza agevolando la convivenza nelle città. E invece la tendenza è a diventare sempre più grandi e pesanti: la nuova Bmw X2 in uscita nel 2024 sarà ben 19 cm più lunga di quella attualmente in produzione. Stesso discorso per la terza generazione di Peugeot 3008 che da 4,44 metri del modello attuale, passerà a 4,54. E gli esempi potrebbero continuare per modelli di tutte le marche.

I governi possono fare pressione usando la leva fiscale come ha fatto la Francia che ha introdotto una tassa sui veicoli più pesanti: 10 euro per ogni kg eccedente le 1,6 tonnellate; 15 euro sopra le 1,8 tonnellate e via crescendo fino a 30 euro per ogni kg sopra le 2,1 tonnellate. Per ora la tassa si applica solo ai veicoli con motore termico, ma dal 2025 sarà estesa anche a quelli ibridi. Perché peso e dimensioni sono un problema che le città avranno difficoltà a gestire.

Auto sempre più grandi, città sempre più piccole

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