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Parco dell'Appia Antica: la Regione lavora all'ampliamento ma restano poche settimane

Entro il 23 luglio la Regione deve approvare il Piano d'assetto. Consentirà di salvaguardare l'attuale patrimonio e di estenderne i confini ai Castelli Romani

Al  lavoro per blindare il futuro del parco dell'Appia Antica. Dopo l'ok arrivato dalla Giunta nell'ottobre del 2017, per la definitiva approvazione del Piano d'assetto si attende solo il voto del Consiglio regionale. Per farlo prima che scatti il commissariamento, è necessario però il via libera della commissione ambiente che, sulla questione, ha dedicato una recente seduta. E' ormai diventata una corsa contro il tempo quella della Regione. La discussione in aula infatti, dovrà avvenire nel giro di poche settimane.

A cosa serve il Piano d'assetto

Lo strumento del Piano d'assetto, sovraordinato rispetto ai piani regolatori ed ai piani paesaggistici, è di estrema complessità. Affronta infatti temi che vanno dalla valorizzazione del patrimonio archeologico alle connessioni ecologiche con altre aree protette. Ma si interessa anche di questioni relative all'allontamento delle attività incompatibili, alla salvaguardia dell'agricoltura sostenbile. Non ultimo, si interessa di un tema particolarmente dibattuto: la perimetrazione dei suoi confini. La sua area si estende, attualmente, su tremilaquattrocento ettari. Ma si sta discutendo di un possibile ampliamento. 

L'impegno della commissione Ambiente

"Il Piano del Parco dell'Appia Antica è uno strumento atteso da tutti gli attori coinvolti e che la sua approvazione entro il prossimo 23 luglio, che consentirà di scongiurare il commissariamento, è un atto dovuto - dichiara il consigliere regionale 5 Stelle, Valerio Novelli, presidente della commissione Agricoltura e Ambiente - Abbiamo inoltre appreso che, per la maggioranza dei soggetti auditi, è auspicabile un aumento della superficie da tutelare. Un dato che vorremmo fosse considerato da tutte le forze politiche in vista delle prossime fasi dell'iter di discussione del provvedimento". Per i pentastellati occorre dotarsi di questo strumento in modo da fornire "regole certe per la salvaguardia dei beni archeologici e le attività produttive e agricole coinvolte", ma anche per "estendere i confini" alle altre zone limitrofe, per sottrarle al rischio di speculazione edilizia, come nel caso dell'area dei Castelli Romani del Divino Amore".

Un piano per rappresentare tutte le esigenze

L'obiettivo sembra ampiamente condiviso. Dalla vice presidente della commissione Ambiente Laura Cartaginese (Forza Italia) con il Piano d'assetto si deve superare "l’immobilismo normativo di questi anni, al contrario, ha penalizzato seriamente le attività che operano sul territorio".  Per questo, dalla Pisana ed in particolare dalla citata commissione, è stato avviato un percorso di condivisione che, sottolinea Cartaginese, "nasce dalla volontà di dare vita ad un Piano capace di rappresentare tutte le esigenze”. Ad oltre vent'anni dalla legge che ne ha determinato la nascita, quello che Antonio Cederna definiva il "Grande parco dell'Appia Antica" crescerà in tutele e dimensioni. A condizioni che il Consiglio regionale riesca a non bucare l'obiettivo. L'estate è alle porte: i tempi per l'approvazione del Piano d'assetto sono davvero stretti

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