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Cinghiali, RomaNatura chiede aiuto agli agricoltori: potranno tenersi gli animali catturati

Nelle riserve di Decima Malafede e della Marcigliana abilitati gli operatori agricoli nella cattura dei cinghiali. Gubbiotti: "Noi abbiamo solo 34 guardiaparco"

Non saranno solo i guardiaparco a catturare i cinghiali. Roma Natura, l'ente che nel Lazio gestisce 15 aree naturali protette, ha deciso di chiedere aiuto agli operatori agricoli. Potranno iscriversi in un apposito albo ed una volta formati, potranno darsi da fare nella cattura degli ungulati. Ma solo limitatamente alle riserve di Decima Malafede e della Marcigliana, diecimila ettari in due.

Le risorse di RomaNatura

"Non è un passo indietro – precisa Maurizio Gubbiotti, presidente di Roma Natura – ho sempre creduto che i produttori potessero essere un valido supporto. D'altra parte noi abbiamo solo 34 guadiaparco, un numero insufficiente per gestire il fenomeno del sovrappopolamento in tutte le nostre aree protette".

La soluzione alle difficoltà incontrate

Come si legge nell'avviso pubblico, oltre alla carenza di personale, l'ente ha dovuto fare i conti anche con "elevati costi nella fornitura di gabbie"  a fronte  di "un tasso di cattura basso". Inoltre è stata registrata anche una certa "difficoltà nel reperimento di ditte per la cessione di animali vivi". Il ricorso agli operatori agricoli, opportunamente formati, contribuisce sicuramente a risolvere molti di questi problemi. Anche perchè, a titolo d'indennizzo forfettario, potranno tenersi i capi catturati.

L'emergenza cinghiali

Per il posizionamento delle gabbie e per il numero di esemplari che potranno essere catturati, gli operatori agricoli dovranno comunque fare riferimento ai guardiaparco di Roma Natura. "Il sovrannumero di cinghiali è oggettivamente un problema. Lo è in termini di sicurezza, quando raggiungono le aree urbane – riflette Gubbiotti – ma lo è anche nel contesto naturale, perchè diventano una minaccia per la biodiversità e quindi per le altre specie. Ricorrere a conduttori appositamente formati, facilita quindi il compito di tenere sotto controllo questi ungulati. Ricordo infatti che si tratta di una specie d'importazione estremamente prolifica e di notevoli dimensioni".

La caccia di selezione

Coldiretti aveva chiesto però di affrontare l'emergenza cinghiali puntando sugli agricoltori per la caccia di selezione. Un'opzione che il presidente di RomaNatura non esclude del tutto. "Ci sono aree dove la presenza umana non consente l'impiego di selecontrollori, in altre invece è possibile. Altrove, ad esempio in Toscana, il controllo della specie avviene metà con catture e metà con gli abbattimenti, in quel caso condotti dai guardiaparco. Ma si tratta di parchi nazionali, con altre risorse a disposizione - valuta Gubbiotti - Noi comunque stavamo lavorando ad un protocollo d'intesa con al Forestale, che ha i mezzi e gli uomini per svolgere quest'attività".

Scenari futuri

Nella Regione Lazio ci sono però gli operatori agricoli che, danneggiati dalla presenza dei cinghiali, chiedono di essere chiamati in causa per la loro cattura. "Per noi è sbagliato far sparare dentro i parchi - avverte Gubbiotti, che poi aggiunge - soprattutto in aree dove esiste un'antropizzazione". Per ora gli agricoltori dovranno quindi accontentarsi di usare le gabbie. Previo addestramento. Un domani chissà. Dipende dalle aree.

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