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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Emergenza Cinghiali, Coldiretti in piazza: "Facciamoli abbattere ai produttori"

Coldiretti punta sui produttori per ridurre la presenza dei cinghiali ed i relativi danni alle colture. Protestano le associazioni ambientaliste: "La caccia non è la soluzione"

Non ci sono stime ufficiali sul numero dei cinghiali presenti nella Capitale. Impossibile quantificare anche la loro presenza a livello regionale. Ma che siano troppi, ormai, è un dato sul quale c'è un unanime accordo. Manca invece la necessaria condivisione sui metodi di contenimento della specie.

La protesta in piazza

Coldiretti, nella giornata di giovedì 7, ha organizzato una colorata protesta a piazza Montecitorio. Con polenta e spezzatino di cinghiale, l'associazione ha protestato per i danni causati dagli ungulati. "Quanti siano esattamente non è in grado di definirlo neppure l'ISPRA – fa sapere Alan Risolo, presidente di Coldiretti Rieti – però occorre individuare delle soluzioni per evitare che si continuino  a danneggiare i raccolti". Secondo il numero uno della Coldiretti sabina, la soluzione già esiste. E va ricercata in quel protocollo che è già stato sottoscritto anche da Federparchi, Legambiente e Coldiretti del Lazio.

I danni alle colture

"Attualmente i piani di contenimento sono inefficaci, anche a causa della stagionalità. Le catture vengono infatti autorizzate tra novembre e gennaio, quando i cinghiali stanno nei boschi. Noi invece abbiamo bisogno che s'intervenga nel periodo in cui avviene la semina ed in quello dei raccolti". Quindi di sicuro non durante la stagione autunnale. La modalità con cui Coldiretti punta a ridurre l'impatto della specie è già contenuta nel protocollo.  

La compensazione proposta di Coldiretti

"Bisogna affidare le pratiche di contenimento al mondo agricolo, in maniera da consentirgli di rivendicare il diritto di legittima difesa dei campi – ha ribadito il presidente di Coldiretti Rieti – inoltre in questo modo viene compensato anche il mancato reddito causato proprio dalla presenza di questi animali". Non ultimo, il numero uno dell'associazione dei produttori reatinin, individua nella caccia al cinghiali, anche "uno stimolo alla filiera alimentare che riduce il contrabbando e favorisce  la commercializzazione di un prodotto garantito e certificato".

La Giunta Raggi firma il protocollo d'intesa

La reazione delle associazioni ambietaliste

L'idea cullata dall'associazione dei produttori agricoli, non ha tardato a suscitare le proteste delle associazioni animaliste. Secndo ENPA,  LAC, LAV, LIPU e WWF ". Proporre la caccia come soluzione ai problemi dei danni all'agricoltura vuol dire insistere su una strada sbagliata e fallimentare che fino ad oggi non ha prodotto alcun risultato, anzi e' stata parte del problema".

La controproposta: le recinzioni elettrificate

Secondo le cinque associazioni infatti  "la stessa caccia esercitata in modalità non selettiva, come nella braccata, può far addirittura aumentare le popolazioni di cinghiali, rimuovendo gli individui di maggiori dimensioni con la conseguente riproduzione anticipata degli individui più giovani". Meglio quindi cercare altri sistemi per contenere la presenza di questi animali nel territorio. Come? Utilizzando "recinzioni elettrificate da installare nei periodi di maggiore vulnerabilità della colture, in particolare dopo la semina, la comparsa dei germogli o dei frutti maturi. Strumenti previsti dalla legge come obbligatori e prioritari, raccomandati da ISPRA, ma largamente ignorati". Tra chi propone di sterilizzare gli esemplari adulti e chi suggerisce di farli abbattere anche dagli agricolturi, il dibattito resta aperto.


 

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