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Lupi a Roma: il maschio dominante è un ibrido. La Lipu di Castel di Guido lancia l'allarme

La LIPU dell'Oasi di Castel di Guido da settembre ha provato a segnalare la presenza di un ibrido. E' il nuovo esemplare dominante del branco di Aurelia la cui ultima cucciolata è morta per cause naturali ed antropiche. Ora è a rischio la purezza della specie

La presenza di lupi, all'interno del perimetro cittadino, è a rischio. A suonare il campanello d'allarme è la LIPU dell'Oasi di Castel di Guido, la riserva nella quale, dal 2015, è censita la presenza di questi mammiferi.

Il passaggio di testimone

In realtà ad essere a rischio è la permanenza degli esemplari puri. Tullio che, dopo la scomparsa di Numa, era diventato il capobranco è scomparso. Si tratta del padre della cucciolata monitorata nel 2018. "Le condizioni fisiche molto precarie, dovute ad uno stato di rogna avanzata – fanno sapere i volontari della Lipu – lo hanno ha portato  ad allontanarsi dal branco nel Settembre scorso". Al suo posto, ha fatto la comparsa un altro maschio.

Il nuovo maschio alpha

Le fotograppole della Lipu hanno "immediatamente rilevato le evidenti anomalie fenotipiche del nuovo arrivato, che mostrava un mantello nero e morfologia atipica". Per provare a confutare i timori, sono state effettuate a dicembre delle analisi genetiche sugli escrementi.  I risultati hanno confermato i timori:  "il nuovo maschio con mantello nero è un ibrido di prima generazione, figlio di un cane maschio ed una lupa femmina". L'ipotesi è che sia arrivato da un branco ibrido che si agira a nord della Capitale.

La cucciolata del 2018

Le brutte notizie non sono finite. Dall’autunno scorso, fanno sapere sempre i volontari della LIPU, sono state rinvenute le carcasse di tre giovani lupi. Uno è deceduto per morte naturale, altri due perchè investiti. Si trattava dell'ultima cucciolata che Aurelia aveva generato, a maggio, con Tullio. I prossimi esemplari, se non si interviene, saranno invece generati con il nuovo maschio dominante e quindi saranno degli ibridi.

Il progetto MIRCO il Lupo

L'ibridazione con i cani, per questi mammiferi, rappresenta una seria minaccia. Da alcuni anni, grazie anche ai finanziamenti del programma europeo LIFE, esiste un progetto che prevede di "minimizzare  l’impatto del randagismo canino sulla conservazione del lupo in Italia" (progetto M.I.R.CO): E' attivo soprattutto sull'Appennino Tosco Emiliano e nel parco regionale del Gran Sasso,  e prevede l'individuazione e la successiva sterilizzazione degli individui che non presentano le caratteristiche fenotipiche attese. La stessa intenzione è stata perseguita dalla Lipu.

La LIPU e la Riserva Naturale del Litorale Romano

L'organizzazione, responsabile dell'Oasi di Castel di Guido, ha "immediatamente attivato tutte le istituzioni competenti al fine di intervenire per contenere il fenomeno della contaminazione genetica nel branco e potenzialmente anche nei territori limitrofi". Le autorizzazioni attese dal Ministero dell?Ambiente sono state tempestive. "E' stata anche registrata la disponibilità del Wolf Apennine Center ad effettuare l'intera operazione ma purtroppo la Riserva Naturale Statale del Litorale Romano non ha ratificato l'accordo. Noi – sostiene Alessia De Lorenzis, responsabile dell'Oasi di Castel di Guido – da settembre a marzo abbiamo più volte inoltrato la richiesta. Purtroppo la Riserva Naturale non si è voluta assumere questa responsabilità. Noi avevamo coinvolto gli uffici romani della Riserva" che è divisa tra Roma e Fiumicino.

Le responsabilità

Gli esemplari però sono stati avvistati sempre nel territorio di competenza capitolina. "A marzo i lupi si accoppiano – conclude la responsabile dell'Oasi Lipu di Castel di Guido – vorrà dire che la Riserva, adesso, dovrà assumersi la  responsabilità di eventuali cucciolate ibride". 

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