"L'infinito Giacomo - vizi e virtù di Giacomo Leopardi" al Teatro Comunale Città di Cave
Giuseppe Pambieri in Vizi e virtù di Giacomo Leopardi
Ritratto inedito del poeta attraverso le sue opere
Musiche di Mozart,Bach,Beethoven,Chopin,Rachmaninov,Dvo?àk
Drammaturgia e Regia Giuseppe Argirò
Il 9 gennaio, il Teatro Comunale Città di Cave inizia la Stagione 2016 con Giuseppe Pambieri in "L'infinito Giacomo - Vizi e virtù di Giacomo Leopardi", un attore di eccellenza che vanta una carriera brillante e virtuosa, per inaugurare una Stagione che si prospetta ricca di proposte e vasta nell'offerta, a cura del gruppo Il Gabbiano-CaveAteatro, in collaborazione con il Comune di Cave.
“La scoperta di un Leopardi inedito,di un genio precocissimo,di un adolescente inquieto,di un’amante appassionato,di un uomo che ha il coraggio di guardare la realtà e accettare la verità del dolore senza compromessi e facili giustificazioni. L’umanità irriverente del poeta e il suo spirito dissacrante,sono al centro di questo viaggio attraverso le sue opere: l’Epistolario,lo Zibaldone,gli scritti filosofici e politici,le Operette Morali e i Canti. Il ritratto di un’artista senza tempo,aldilà di ogni regola,creatore di eterna bellezza. L’imperfezione del genio,in tutta la sua irregolarità,conduce alla solitudine,a un pellegrinaggio estenuante nell’universo. Leopardi è un re senza regno,è Amleto che arriva oltre il limite del conoscibile,supera la coscienza affermando la vita nel suo groviglio inestricabile di bene e male; per il genio tutto è noia,è tedio incommensurabile. Il poeta di Recanati,con lucido disincanto,affonda a piene mani nella verità e ne trae la radice del dolore. È inutile chiedersi a che punto sia la notte; la notte non finisce mai. I regni,i globi,i sistemi,i mondi,non sono che una pallida rappresentazione del pensiero dell’uomo,ma l’anima giace nelle profondità ed è a tutti invisibile tranne al poeta che può profanare il suo mistero e consegnarlo all’uomo. Leopardi,affettuosamente Giacomo,nel nostro viaggio,non appare così distaccato e lontano dai piaceri terreni,non ci sembra affatto disinteressato a ciò a cui aspira la gente comune. Giacomo è vulnerabile,ansioso,riservato,schivo,eppure è pervaso da un desiderio inesauribile di vita. Giacomo è goloso,non può fare a meno di dolci,cioccolata,paste alla crema e gelati. In questo ricorda Mozart,altra creatura divina nella sua sregolatezza. Non a caso alcune delle sue più scandalose composizioni,fanno da contrappunto agli aneddoti più divertenti della vita di uno dei massimi autori italiani.La biografia romanzata che esce fuori dalle pagine dell’Epistolario e dello Zibaldone,ci aiuta a costruire un ritratto singolare ed inedito del nostro poeta. Leopardi,con grande sincerità,confessa le sue paure come la sua fobia per l’acqua,un fastidio che giungerà al parossismo e alla comicità,culminando nel rifiuto del bagno almeno settimanale. Non mancano gli spunti divertenti per riflettere sul suo rapporto con l’eros e la sessualità. Nelle sue stesse parole,il desiderio di una vita normale,è incessante: il dono della poesia appare spesso come una maledizione divina che lo segna come diverso,lo condanna a una sofferenza eterna e lo affranca contro ogni sua volontà dal mondo che lo circonda. Ecco,questa è la figura dilaniata,spesso scissa,combattuta e afflitta che la parola non può contenere. Leopardi non è tutto nella sua poesia. La sua ricerca affettiva attraversa i secoli e incontra una disperata umanità che per sopravvivere alla storia che avanza,non può che stringersi in una solidarietà reale che diventa l’unica possibilità di sopravvivenza,ancora oggi per tutti noi." Giuseppe Argirò