Roma incontra il "poeta rosso" Jack Hirschman
Roma incontra il "poeta rosso" Jack Hirschman, leggenda della controcultura e della poesia statunitense. L'appuntamento è per mercoledì 6 giugno alle ore 18:30 presso la sede dell'associazione culturale Casale Garibaldi in via Romolo Balzani, 87.
Interventi di presentazione di Francesco Raparelli (ESC Atelier), Virginio Massimo (Comitato Nando Iannetti), Sergio Iagulli (Casa della Poesia di Salerno) e reading di Jack Hirschman.
Viaggio nella scrittura creativa di Jack Hirschman
Il reading romano vuole essere un viaggio nel corpus poetico di Jack Hirschman. Dagli anni ’60, dove, dopo la tendenza a una scrittura creativa e sperimentale (si è laureato con una tesi su Joyce), emergono i temi e gli strumenti letterari, culturali e politici fondamentali per il grande poeta statunitense (il surrealismo, la cabala, la cultura yiddish, Mayakovsky, Hemingway, Artaud, Ginsberg, il jazz, la generazione beat, il comunismo).
Fondamentale l’incontro con il marxismo e l’impegno politico e la conseguente capacità di commuoversi e di partecipare concretamente alle povertà e ai disagi dei più deboli nelle periferie degradate dell'impero o in qualsiasi altra parte del mondo. I testi più apertamente politici, si affiancano a bellissime poesie d’amore (per le donne della sua vita, per la madre, per gli amici più cari), conservando un’inaspettata e originale unità.
Il poeta rosso a Roma
Poesie dedicate alla vita di strada e alla umanità varia che la frequenta, rapidi bozzetti nei quali entrano i protagonisti dell’“incubo americano”, un’umanità esclusa, dolente e sofferente nel cuore dell’opulento occidente. Avvicinandoci ai nostri giorni la scrittura di Hirschman è sempre più libera, più creativa e i temi contemporanei a lui più cari si evidenziano, si espandono, esplodono in invenzioni limpidissime.
L’irruzione nel nuovo millennio è vista e descritta come una sorta di furente colpo di coda di una civiltà occidentale in agonia, senza controllo e in preda ad una arrogante frenesia autodistruttiva. Dopo il crollo dei muri e dell’altro impero, Hirschman non può esimersi dal gridare con forza il suo sdegno e la sua rabbia per le persistenti ingiustizie del mondo, continuando però ad avere fiducia negli uomini e soprattutto nella poesia.