RedReading: Ferocemente Vivi al Teatro di Villa Torlonia
Mercoledì 23 maggio (ore 20) al Teatro di Villa Torlonia terzo appuntamento con la narrazione dei nostri anni fra racconti e libri, uomini e donne, eroi e ribelli, attraverso il ciclo di RedReading, un progetto ideato dalla coppia d’artisti Bartolini/Baronio.
Seguendo la strada tracciata dai padri e dai figli di una generazione comune raccontata nel secondo RedReading dedicato ai libri di Alberto Prunetti, il cammino prosegue verso il cuore pulsante della storia di Roma dove ha inizio questo terzo RedReading dal titolo FEROCEMENTE VIVI. Scavando a mani nude, intrecciando fili. Un viaggio nella memoria di una famiglia e di un intero paese che parte dal libro Al centro di una città antichissima di Rosa Mordenti, edito da Alegre.
Dalla seconda Guerra Mondiale si snoda il percorso di quei ventenni resistenti, pronti a sacrificarsi per un altro mondo, che furono poi obbligati a convertire la libertà delle loro azioni e dei loro sogni ai tempi di pace e di ricostruzione. Un “ritorno nei ranghi” che colpì con più violenza le donne e i loro corpi apparentemente liberati, subito tornati a vestire i panni stretti della tradizione. Un’immersione in una tragedia familiare indicibile, nella cornice degli anni ’50 e poi del boom economico, che esplode con le parole di questo libro per aprire una riflessione sulla città, sul carcere, luoghi reali e simbolici della prigionia dei corpi.
“Ho scavato con le mani in una materia dura, stratificata, che è stata viva, come un’archeologa inesperta al centro di una città antichissima; e mi sono sentita a volte come un bambino a caccia di fossili su una parete di roccia.” Si intrecciano così le vite di altri e di generazioni future, fino a quelle dei nostri tempi, alla solitudine di un certo precariato alle prese con altre guerre, che sempre guerre sono, e alla ricerca di un senso che si può rintracciare e scovare nel passato personale e collettivo che va a intessere il viaggio della storia. L’autrice e gli interventi degli ospiti intessono e ricuciono frammenti di memoria, come scrive Sandro Portelli nella prefazione al libro: “frugando archivi, scrutando immagini e colmando vuoti coi sentimenti, con le congetture, con l’immaginazione. [...] È memoria familiare, ma riverbera in cerchi che si allargano fino a investire la memoria della città e il modo in cui la città stessa si racconta...” Un modo di ricucire il mondo, insieme, seguendo quelle tracce che compongono la nostra memoria.