L'Assoluzione al Teatro Furio Camillo
Da un format già studiato e sperimentato in occasione dello spettacolo Aracnofobia, che teatralizzava in maniera semplice ed immediata gli atti parlamentari della legge 4198 anno 2003, trasformando la lettura in evento teatrale e dando alla stessa una motivazione, lo spettacolo porta avanti la sperimentazione applicandola agli atti processuali riguardanti famosi ed importanti uomini politici italiani, con particolare attenzione al “Processo del Secolo” che ha avuto come protagonista l’onorevole Giulio Andreotti.
La comicità è insita nelle parole dei testimoni appartenenti alla “Famiglia”, nella difesa dell’onorevole, senatore a vita, e divino Giulio, non v’è bisogno di aggiungere altro, basta riportare fedelmente i testi trascritti dagli stenotipisti, cucirli tra loro senza operare alcun adattamento, se non taglio, vista la mole di documenti a disposizione, per avere un testo teatrale di stampo eduardiano, e per fornire i mezzi agli spettatori di giudicare e dare una inevitabile ASSOLUZIONE!
La storia della mafia, di Cosa Nostra, è purtroppo la storia del nostro stesso paese, ogni omicidio eccellente può essere legato alla mafia, direttamente o indirettamente, è uno stato nello stato, ma è questo secondo stato ad aver governato realmente le sorti del nostro paese, tutti coloro che hanno pensato di poter utilizzare la mafia ed i suoi soldi per i propri fini sono rimasti schiacciati dalla mafia stessa, da Sindona a Berlusconi, da Salvatore Giuliano a Giulio Andreotti. Perché la mafia, Cosa Nostra, è fedele solo a se stessa, e nei decenni ha mirato solo alla propria salvaguardia e sopravvivenza, concedendo al carcere anche uomini eccellenti, Riina, Brusca, Calò, pur di poter garantire la propria continuità.
Tutto il teatro dell’Archimandrita si è sempre definito sul rapporto continuo con il pubblico che entra nello spettacolo, talvolta sul palcoscenico, talvolta diviene egli stesso attore, ma mai è chiamato solo ad assistere, sempre e comunque è prevista per lo meno la partecipazione emotiva.
Di Gianluca Riggi
con Roberta Castelluzzo e Gianluca Riggi