L'inciampo al Teatro di Documenti
La storia di un professore di matematica di periferia, si snoda attraverso le sue complesse vicende umane-professionali e familiari.
Il tema principale che affronta la drammaturgia - che si pone come occhio nascosto a scrutare la società contemporanea con le sue evoluzioni i suoi vizi le sue possibilità e suoi capricci - sta nell’ idea dell’amore.
Come in un girone dantesco il personaggio maschile attorniato da quattro esseri femminili che nella sua quotidianità sono la moglie la sua allieva, la figlia della moglie e una infermiera, metaforicamente sono delle fiere o belve mostruose che lo fagocitano. O forse è egli stesso a implodere in una dimensione di totale annientamento della sua volontà e dei suoi più profondi sogni?
S’impone prepotentemente il tema dell’ insaziabilità del male descritta dalla scuola polacca del ventesimo secolo e che ha poi prodotto grazie ai testi di Witkivitcz le opere che hanno lasciato a bocca a aperta l’intero mondo con le messe in scena di Tadeus Kantor. Questa insaziabilità del male ritorna nel tema dell’ inciampo perché il protagonista, Italo, non riesce in nessun modo a seguire i suoi sogni.
Il suo desiderio iniziale di vita era infatti quello di diventare un vero scienziato e di scoprire qualcosa che lo potesse rendere noto al popolo e ai posteri; per una serie di vicissitudini individuali e economiche si ritrova a dovere insegnare in una scuola di periferia e a sposare una donna che ha già una figlia e di conseguenza a farle da padre. Italo avendo cancellato il proprio sogno, trova un solo sfogo a questa sua vena creativa, l’insaziabilità amorosa.
Concupisce infatti una sua studentessa e poi l’infermiera della clinica dove la figlia di sua moglie è in cura.
Quest’ultima però non accetta che Italo non lasci la moglie che non ama e non si dedichi totalmente a lei…
Un thriller con una vena satirico tragica che definisce il nostro tempo.
Un tempo scandito da troppi sogni rotti, come rotti sono i personaggi di questa storia che sono marionette di un circo ormai messo in cantina a impolverarsi.