Gabriele di Fausto Paravidino e Giampiero Rappa
Cinque giovani attori.
Una casa. Anzi no: una cucina.
Ricavarsi uno spazio.
Fronteggiare le difficoltà.
Restare uniti.
Un giorno, dopo l'ennesima lite, arriva
Angela.
Tenterà di dare ai ragazzi le spinte decisive per farli finalmente diventare uomini.
La voglia di farcela, insieme per niente.
Una commedia quella di Paravidino e Rappa che racconta un passaggio: la trasformazione di cinque giovani ambiziosi in cinque adulti responsabili, una commedia che racconta di come dall'ambizione, dal bisogno quasi maniacale di prendersi delle responsabilità, si arrivi al punto di doverlo fare per forza. Ed è lì che si realizza sul serio cosa significhi essere delle farfalle al cui battito di ali può scatenarsi una tempesta. E bisogna farci i conti: quando da bambini ci dicevano di essere responsabili, di prendere in mano la nostra vita per quello che volevamo diventasse, di fare i bravi, erano due i modi in cui si poteva reagire: o rimandare quel momento, e continuare a rimandarlo, e continuare a rimandarlo, oppure prendere di petto le situazioni e sbagliare. Sbagliare per crescere.
Siamo arrivati nel 2016 al 46% di giovani italiani tra i 25 e i 34 anni che sceglie di continuare a vivere con i propri genitori: la crisi economica e la paura di fare una scelta errata hanno portato la nostra generazione a nascondersi dietro la Non-Azione anche nei casi in cui si è economicamente indipendenti o si hanno relazioni affettive stabili.
È qui che si arenano i cinque: la mancanza di certezze nel prendersi la responsabilità di fare uno spettacolo e i problemi che ne derivano fanno si che il movimento verso l'età adulta sia accompagnato dalla paura dell'oblio bloccandoli ad un passo dal salto.
Una commedia di quasi vent'anni fa, una commedia che parla si di attori ma ne parla con un'attualità che ingloba in sé, oggi, tutte le categorie di ragazzi che si affacciano al mondo: pensando al lavoro che non c'è, ai voucher, agli stage senza rimborso spese, ai praticantati a fare le fotocopie, se dicessimo che questa commedia parla solo di attori sarebbe riduttivo.
Questa commedia parla di giovani persone, degli eredi del mondo che ci stanno lasciando: parla di noi.
Angela, punto di vista esterno, potrebbe essere definita "vento": in una situazione di stallo cambia l'ordine delle cose, risveglia, rinfresca, abbatte barriere, muove, produce energia, distrugge.
E per creare bisogna appunto distruggere, bisogna uscire dalla zona di equilibrio, bisogna arrivare ad un passo dal cadere.
Tutto questo viene reso da un testo dal ritmo tamburellante e mai banale, diremmo quasi jazzistico, e da una regia collettiva (che parte dal punto di vista dell'attore, dall'interno della scena) che fa si che i personaggi scontino le proprie responsabilità, le proprie paure, le proprie emozioni direttamente lì: tutto è visibile, tutto è collegato. Se fosse un viaggio sarebbe una camminata in cui ogni istante è importante, ogni momento, ogni cambiamento nel paesaggio ha un peso, cosicché ognuno possa riconoscersi anche in un solo tassello di questa attuale, essenziale, divertente storia.
Con: Marco Bellomo, Andrea Ferri, Alessandro Filosa, Claudia Guidi, Valerio Leoni, Mattia Parrella
Regia: Agiteatro
Organizzazione lavoro e drammaturgia scenica: Valerio Leoni
Scenografia: Alessandro Filosa
Attrezzeria: Marco Bellomo
Musiche originali: Alessandro Martire e Simone Sigon
Grafica: Rosanna Sirizzotti
Promovideo
https://www.youtube.com/watch?v=dXIzOaFSqQE