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Enrico Bruschi presenta "La sottomissione", un noir tra vittime e carnefici nelle tenebre capitoline

Lo scrittore presenterà, con il supporto della giornalista del Tg2 Maria Concetta Mattei, la sua opera, mercoledì 30 maggio alle ore 18:30, presso la libreria NoteBook in viale Pietro De Coubertin 30

La trama: Un uomo senza un nome per una storia di totale sottomissione. Sullo sfondo le passioni inconfessabili del mondo dorato della finanza, fatte emergere in tutta la loro violenza dal ritrovamento di un cadavere sfigurato. Un noir che trascina il lettore attraverso un viaggio nelle tenebre capitoline dove vittime e carnefici si scambiano i ruoli in una rete di sopraffazioni fisiche e psicologiche. 

Enrico Bruschi è nato ad Ancona ma vive a Milano. Dopo anni come consulente d'impresa, ha lasciato il suo lavoro ed è diventato socio di uno storico ristorante cittadino e coltiva le sue passioni che sono la cucina, la storia e l'architettura, materie dalle quali attinge per le trame dei suoi scritti.

Di seguito l'intervista rilasciata dallo scrittore, durante la presentazione del libro a Milano.

Come ti è venuto in mente di trattare il tema della sottomissione psicologica?

Volevo dar forma a un anti eroe. In un mondo malato di decisionismo mi interessava creare un personaggio controcorrente che si sottrae volontariamente alla competizione. S. è un “borderliner” che può farci riflettere sull’assurdità di un presente che diamo spesso per l'unico possibile.

Hai conosciuto realmente persone del tutto incapaci di prendere decisioni e che si sentono al sicuro solo se guidate totalmente da un altro individuo?

C'è un po' di S. in ciascuno di noi. Che sia una spiccata indolenza, la tendenza a procrastinare le decisioni o il desiderio di essere presi per mano e guidati si tratta di strategie che mettiamo in campo per sottrarci alla responsabilità più grande. Quella di riconoscerci per quello che siamo. E assumercene la responsabilità.

La storia è ambientata a Roma: tu che sei marchigiano e vivi da venti anni a Milano, conosci bene la capitale oppure ti è sembrata più adatta alla vicenda narrata?

Il libro narra una vicenda che richiama temi cari alla tragedia greca e latina. L’Uomo, la sua libertà, il rapporto tra i valori e le decisioni in cui li agiamo. Esiste spazio per il libero arbitrio o siamo in balia del Caso, del Destino (o del capriccio degli Dei)? Roma mi offriva la quinta ideale per mettere in scena un dramma classico che si veste da romanzo contemporaneo, indossando gli abiti del genere giallo.

“La sottomissione” è altro noir sui banchi delle librerie. Perché i lettori dovrebbero scegliere questo romanzo?

Perché pur essendo un giallo, non insegue la moda delle storie di ordinaria violenza, non fa il verso alla cronaca nera, ne’ tanto meno pretende di essere di attualità. Sono partito da un’idea forte e anticonvenzionale, l’ho trasformata in una storia che intrattiene, incuriosisce e può anche far riflettere.

A quali maestri del giallo ti sei ispirato e quale libro hai ora sul comodino?

Fruttero & Lucentini - soprattutto ne “La donna della Domenica” – e Margherita Oggero. Due libri rimangono sempre sul mio comodino: “Lezioni Americane” di Italo Calvino, per ricordarmi che la scrittura è questione di sottrazione. E “Le Onde” di Virginia Wolf, per ricordarmi che la letteratura può essere sperimentazione e invitarmi a non farmi ingabbiare dalla convenzioni.

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