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Martedì, 16 Aprile 2024
De Magna e beve

L'Amatriciana incoronata dall'Ue "Specialità Tradizionale Garantita"

La ricetta simbolo della cucina amatriciana si aggiunge ad altre 77 preparazioni italiane riconosciute a livello europeo, tra cui mozzarella e pizza napoletana

L'Amatriciana è ufficialmente nell'Olimpo delle STG (Specialità Tradizionali Garantite) insieme ad altre 77 preparazioni italiane riconosciute a livello europeo, tra cui spiccano mozzarella e pizza napoletana. Ad ufficializzare il riconoscimento è stata la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dell'Unione del Regolamento 2020/395.

Arsial ne ha dato notizia sul proprio sito sottolineando che "il riconoscimento conclude un percorso iniziato tre anni fa con la costituzione dell'Associazione Produttori Salsa all'Amatriciana, che ha svolto le funzioni di soggetto proponente della STG, composta da produttori di materie prime, preparatori di salsa di pomodoro e ristoratori. Supportati da Arsial nelle fasi di costituzione associativa e nella predisposizione del dossier tecnico-scientifico, storico e socio-economico, oggetto di successiva istruttoria da parte del Mipaaf e dell'Ue".

Sempre Arsial fa sapere che "con il riconoscimento europeo la ricetta di questo piatto simbolo della cucina amatriciana, ma anche romana e nazionale sarà soltanto quella certificata a marchio STG. Da ora in avanti, il nome 'Amatriciana Tradizionale' potra' indicare esclusivamente la preparazione alimentare ottenuta secondo la ricetta secolare del comprensorio di Amatrice, con l'impiego degli ingredienti che ne determinano in maniera specifica le caratteristiche: pomodoro, guanciale e pecorino".

Secondo l'Agenzia regionale, nei soli comuni di Amatrice e Accumoli si stima la produzione di circa 150 kg di sugo 'Amatriciana' a settimana per punto di ristorazione, per un totale annuo di circa 100 tonnellate. Considerando una media di cinque piatti per kg di sugo, nei due comuni è ipotizzabile una somministrazione di circa 25.000 porzioni l'anno, con un valore commerciale di oltre 200.000 euro. Sull'intero territorio laziale, dove operano circa 10.000 esercizi di ristorazione (censimento 2013), le stime raggiungono il milione di piatti all'anno, per un valore economico che supera ampiamente i 9 milioni di euro.

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